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Questo articolo è stato aggiornato il Luglio 20, 2014
Un tour di 48 ore nell’Alta Valmarecchia, tra boschi, storia, arte e naturalmente la gastronomia.
La valle del Marecchia, dove scorre l’omonimo fiume una volta navigabile, si divide in bassa ed alta Valmarecchia e la strada che la percorre per intero é la SS258 ‘Marecchiese’. Almeno questa é la divisione che si vuol dare quando si parla dei comuni che la compongono. Negli ultimi anni sempre più turisti stranieri stanno scoprendo l’Alta Valmarecchia, ovvero un angolo verde nell’entroterra riminese conosciuto anche come la Terra dei Montefeltro.
Non a caso da giugno a settembre é normale vedere macchine e camper provenienti specialmente dall’Olanda e Germania, ma ora anche paesi come Francia, Danimarca, Finlandia e Svezia stanno scoprendo un territorio completamente diverso dalla classica vacanza in spiaggia sulla riviera romagnola e riminese.
Questa prima mini guida che vi propongo tiene in considerazione il lato destro della valle ed é necessaria l’autovettura. La Valle del Marecchia é comunque anche territorio per il bike tourism e non mancherete di incontrare numerosi gruppi di ciclisti, quindi occhio alla guida. Per completezza d’informazione la strada statale Marecchiese collega Rimini e San Sepolcro in Toscana.
Da dove partiamo?
L’Alta Valmarecchia idealmente si apre al viaggiatore all’altezza dei comuni di Torriana e Verucchio. Questi infatti si trovano posizionati all’apice di due speroni di roccia e danno quasi l’idea di essere i cardini di una porta ideale. Partiti quindi da Rimini in venti minuti circa arriverete a Villa Verucchio. Da qui in poi noterete come cambia il paesaggio, da basso e pianeggiante a collinare e montagnoso. Anche il traffico cambia (in meglio) e se siete in vacanza d’estate a Rimini in macchina sapete di cosa parliamo.
Cosa vedere?
Sorpassata quindi Villa Verucchio vi sarà impossibile non guardarvi attorno mentre guidate ed osservare ogni sperone, ogni cucuzzolo, ogni castello e fortilizio che vi si parerà di fronte. Eccoci allora alla prima sosta a Talamello, paesino famoso per diversi aspetti. Dal punto di vista paesaggistico ha uno dei più bei balconi aperti verso la valle e specialmente ora, avvicinandosi alla notte di San Lorenzo, ammirare le stelle cadenti da lì é il top. Dal punto di vista storico e artistico nella adiacente piazza del paesino ecco la chiesa dove ammirare un crocifisso di scuola Giottesca, attribuito all’artista Giovanni da Rimini sebbene ancora non ve ne sia certezza. Talamello é però famosa anche per la sua Ambra, ovvero il formaggio di fossa, una prelibatezza gastronomica tipica del Montefeltro riminese.
Procedendo ecco Novafeltria, distante pochissimi chilometri, conosciuta anche come Mercatino Marecchia. É la città più popolosa dell’Alta Valmarecchia e suo principale centro amministrativo dove ha anche sede l’omonima comunità montana dell’Alta Valmarecchia. Novafeltria é snodo anche viario principale da cui raggiungere diverse mete. Infatti, percorrendo idealmente il lato destro della Valle, da Rimini verso le montagne, seguite le indicazioni per Sant’Agata Feltria. Dopo una incessante salita arriverete al paesino di Perticara, località famosa per la sua miniera di zolfo in funzione fino agli anni Sessanta . Prima di tutto la miniera di Perticara é un esempio di archeologia industriale molto importante e all’interno troverete un’emozionante museo dedicato proprio ai minerali estratti, inserito nel consorzio del Parco dello Zolfo delle Marche. Aperto durante la settimana solo su prenotazione, lo troverete però aperto nei fine settimana http://www.sulphur.it/ .
Da Perticara procedete quindi verso Sant’Agata Feltria, distante appena otto chilometri. Non potrete fare a meno di osservare sulla vostra sinistra il massiccio del Carpegna (1419 mt), la vetta più alta. Sebbene sia in territorio marchigiano, é considerata un pò la montagna dei riminesi, meta di escursioni e villeggiatura estiva, e nella stagione invernale é presente anche un impianto sciistico giusto per non farci mancar nulla.
Prima di raggiungere San’Agata Feltria, sulla sinistra della strada non potrete fare a meno di notare grandi boschi di castagni. Qui é presente infatti Mont’Ercole, luogo ‘bucolico’ ricco di castagne e meta in autunno di cercatori instancabili di questo fantastico frutto.
Ritornando al nostro percorso ecco allora che vedrete le guglie e le torri del castello di Sant’Agata Feltria, a dir poco fiabesco. La rocca risale al X° secolo ed é nominata Rocca Fregoso, forse uno dei fortilizi più belli ed interessanti del Montefeltro. Sebbene fosse un fortilizio militare, venne usato principalmente come dimora per diverse signorie, come i Malatesta e i Montefeltro. La rocca é sede di un museo permanente ed all’interno é possibile ammirare anche elmi, corazze, spade e scudi di età medievale. A Sant’Agata Feltria si svolgono anche due fiere molto interessanti, la prima dal punto di vista gastronomico ed é la Sagra del Tartufo ad ottobre, poi a dicembre la fiera del Natale.
Riprendendo poi la statale Marecchiese, una volta ritornati indietro verso Novafeltria (ve lo consigliamo), procedendo verso la montagna ecco sulla vostra destra Petrella Guidi, fascinoso borgo medievale che si trova a 578 metri sul livello del mare. Il borgo é praticamente arrivato a noi intatto, ed é abitato da pochissimi residenti. Anzi, qualche vip ha addirittura comprato casa nei pressi, ma non vi abbiamo detto nulla. Questo vi può far intendere la bellezza architettonica del luogo, la storia che emanano le sue pietre e la tranquillità del paesaggio circostante. Attaccata alla torre c’é la chiesa di Sant’Apollinare, dove all’interno é conservato un affresco della Vergine.
Nuovamente sulla strada principale percorretela per quindici chilometri fino al bivio per Casteldelci, e imboccate la strada provinciale 76. Svoltando non potrete fare a meno di notare la bella pieve romanica di San Pietro in Messa, della fine del XII° secolo. Qui costeggerete per qualche chilometro il piccolo fiume Senatello, affluente del fiume Marecchia. Casteldelci é veramente piccolina ma é anche meta per un veloce salto sul suo torrione, visitare la casa museo con reperti preistorici e per ammirare il medievale Ponte Vecchio. Emozionante camminarvi sopra, una volta compreso che alle origini era di legno e l’ultima volta che fu ricostruito era il 1790. Tornando indietro per riprendere la statale Marecchiese, magari attraversando il ponte degli Otto Martiri sul fiume Senatello (riaperto e ristrutturato solo da qualche anno) noterete poi il cartello Gattara, una volta attraversate la piccola ‘enclave’ toscana di Cà Raffaello e il paesino di Molino di Bascio. La strada si inerpica parecchio e conclude in un piccolo borgo molto carino che consta di poche casette in pietra, Gattara appunto. Anche qui é presente una torre ed un mastio fortificato del 300 oltre alla chiesa del sedicesimo secolo.
Dove mangiare?
Qui c’é l’imbarazzo della scelta, e dato che in 48 ore non potrete certo vedere e mangiare tutto, vi segnalo solo alcuni posti da me direttamente testati (a più riprese). A Talamello, prima tappa del nostro Tour c’é l’ottimo ristorante l’Ambra di Talamello, suggestivo locale dove acquistare il prezioso formaggio di fossa e mangiare osservando ai vostri piedi le famose fosse dove si deposita il formaggio in stagionatura. Sulla strada per Perticara, a pochi chilometri da Novafeltria fermatevi da Marchesi, anch’esso ottimo locale dedito alle tipicità gastronomiche della valle. Sempre lungo la strada per Sant’Agata Feltria ecco i Tre Castagni, ristorante molto conosciuto e affollato specie nella stagione autunnale ed invernale grazie ai numerosi frutti del sottobosco. A Casteldelci vi consiglio invece La Capinera, piccolo locale che però vi rimarrà nel cuore anche per come cucinano il cinghiale, quando é disponibile. A Gattara invece ecco l’Osteria Gattara, meta delle mie fughe in Valle non solo per la qualità della cucina ad un giusto prezzo, ma anche per la sua cucina di frontiera, a metà tra quella romagnola, marchigiana e toscana.
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