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Questo articolo è stato aggiornato il Luglio 4, 2014
Di Palio a Siena si parla tutto l’anno, la tradizione è sentita con attaccamento viscerale e mescola storia e religione, superstizione e Kabbala, senso di appartenenza alla contrada e passioni, ma le corse sono due, una il 2 luglio, l’altra il 16 agosto. L’organizzazione è complessa, si avvale di regole fissate in tempi antichissimi come per esempio la definizione delle contrade che sono 17 e furono fissate per Bando da Violante di Baviera nel 1729. L’appartenenza alle contrade è data dalla nascita e quindi dal territorio oppure viene “trasmessa” dal padre o dalla madre, che fin da quando si è piccoli introducono alla vita di contrada. La forma e le tappe della preparazione del palio di luglio e di quello di agosto, più altri eventuali straordinari è la stessa, una differenza è nel Palio ovvero il drappo in seta, premio della corsa che viene dipinto con soggetti diversi e da pittori diversi. L’incarico lo conferisce il Comune: il Palio del 2 luglio rappresenta la Vergine Maria come è raffigurata nella Chiesa di Provenzano e l’artista che lo realizza deve essere senese; il Palio del 16 agosto rappresenta Maria Assunta e l’artista non è senese.
Alcuni giorni prima della Carriera il Drappellone viene presentato nel Cortile del Podestà di Palazzo Comunale in una cerimonia aperta al pubblico. Il secondo premio, il Masgalano, è un bacile prezioso che viene donato alla comparsa di contrada più dignitosa ed elegante. Non avete capito nulla? Si intuisce facilmente che per accostarsi al Palio è necessario conoscere un lessico di base: drappellone o cencio è il palio stesso, il drappo di seta che viene vinto dalla contrada. La corsa è detta “carriera”. Masgalano viene dallo spagnolo masgalan, elegante. Se il Palio viene consegnato ai vincitori subito dopo la corsa, il Masgalano si consegna in una cerimonia solenne a fine settembre.
Le contrade a Siena sono 17, ma ne corrono solo 10, secondo una turnazione su più anni. La prima domenica dopo il palio di luglio, quindi il 6 luglio vengono estratte le contrade per il palio di agosto. La tratta, ovvero l’assegnazione dei cavalli alle contrade, avviene il tre giorni prima della corsa su un palco allestito davanti al palazzo comunale. Nello stesso giorno, verso sera iniziano le prove, che sono sei e alle quali si può assistere.
Due giorni prima si svolge la processione del cero, durante la quale tutti i contradaioli vanno in Duomo, dove li attende il Vescovo per la benedizione.
Il giorno prima alle 19.15 la prova generale, quella decisiva dove già si intuiscono gli andamenti della corsa. Dopodiché si festeggia in contrada con la cena della prova generale. Questo è il momento dove anche chi si accosta al Palio da turista può carpire l’atmosfera di appartenenza, l’amore che i senesi provano per quella che è una casa, una famiglia. Le cene si svolgono in strada e sono aperte a tutti, contradaioli e turisti, dietro pagamento di un ingresso. Il consiglio è quello di partecipare alla cena di una contrada grande, come l’Istrice, il Nicchio, il Montone o la Chiocciola, per vedere quante persone sono coinvolte e con quel intensità. L’ospite più illustre della cena è il fantino, anche se può capitare che dopo la bisboccia i maggiorenti di contrada vadano a stringere alleanze con altre contrade, a sfavore dei propri avversari, perché fra contrade vi sono odi insanabili.
Il giorno più lungo è quello della carriera, che inizia con la Messa del fantino, seguita alle 9 dalla provaccia , dopo la quale non è più possibile cambiare fantino. Questa prova è disetata dai contradaioli, non ultimo perché devono smaltire i postumi della sbornia!
Alle 15 altri momenti topici. In ogni contrada il cavallo viene portato all’oratorio, o chiesa di contrada e benedetto: questo fatto, portare un animale in chiesa è un altro degli aspetti del palio di Siena che lo rendono così particolare e unico. Nel primo pomeriggio, ugualmente, si svolge una solenne passeggiata storica alla quale partecipano circa 600 figuranti, riccamente vestiti. Il corteo prende le mosse da piazza del Duomo e dopo avere attraversato le vie del centro raggiunge piazza del Campo al rintocco del Sunto ovvero la campana della torre del Mangia. In piazza ci sono musici e grande spettacolo di bandiere che vengono sventolate secondo composizioni ardite e spettacolari.
In piazza c’è il pubblico, che raccolto nell’anello centrale assiste al Palio in modo gratuito. Chi invece trova posto nei palchi allestiti pagherà un biglietto, come anche chi si reca nelle case, abitazioni private, su piazza del Campo, dove si affittano finestre e balconi. Questo vale anche per le prove.
Arriva poi il carroccio sul quale è issato il Palio, ovvero il drappo che sarà il premio della carriera. Uno scoppio di mortaretto annuncia l’arrivo dei cavalli. Quando i cavalli vanno al canape, ovvero si allineano fra due funi prima di partire per la corsa, ci sono i momenti di maggiore tensione fra il pubblico in attesa.
La carriera consiste di tre giri di piazza del Campo, il vincitore è il cavallo, che può tagliare il traguardo anche “scosso” cioé senza fantino. La contrada che vince riceve subito il palio e tutti i contradaioli si recano in Provenzano (2 luglio) oppure in Duomo (16 agosto) per ringraziare con un Te Deum. Qui si dà libero sfogo alle emozioni, per la gioia incontenibile e l’orgoglio della propria contrada. Vincere è come rinascere, per cui non stupitevi se vedrete in giro per la città adulti che succhiano ciucciotti o biberon: sono nati a nuova vita! Nei giorni successivi il palio viene portato in giro per mostrare proprio a tutti la propria conquista, mentre la cena per la vincita del Palio si svolge in contrada, almeno un mese dopo, e costituisce un altro unicum della tradizione senese: il cavallo è uno dei convitati.
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