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Questo articolo è stato aggiornato il Settembre 9, 2016
Uno degli aspetti più interessanti di un viaggio, oltre ovviamente la possibilità di visitare luoghi più o meno noti e conoscere da vicino nuove culture spesso molto distanti dalla nostra, è andare alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche tipiche del posto.
Per noi italiani, che siamo abituati a mangiare molto bene, riuscire a trovare una cucina che riesca a soddisfare il nostro palato non è mai così semplice. Infatti non sono pochi i luoghi dove mi sono dovuta adattare ed accontentare di pietanze non sempre soddisfacenti, magari prive di una vera e propria cultura culinaria alle spalle, per poi tornare a casa, soddisfatta e affamata, per la serie “Dopotutto non sono mica venuta fin qui solo per il cibo!”.
Eppure una delle eccezioni migliori, che ricordo con estremo piacere, è stata la penisola dello Yucatan, uno dei luoghi all’estero dove ho mangiato meglio e che mi ha sorpresa non poco. Forse perché ero partita con un bagaglio piuttosto pesante di pregiudizi, del tipo che la cucina messicana è molto piccante, che si mangiano solo tacos e tortillas, ecc…Nulla di tutto ciò. In realtà ho trovato una cucina molto variegata, con una profonda cultura alle spalle, ricca, variopinta e con tanti sapori. Una vera scoperta, assaggio dopo assaggio. Certo ho pure scoperto che i messicani mangiano di tutto, specie le popolazioni più povere, includendo nella propria dieta anche serpenti e iguane, ma se escludiamo questi ingredienti poco graditi a noi europei, il resto vale proprio la pena di essere assaggiato!
Il primo pregiudizio che bisogna sfatare è che la cucina messicana non è piccante. O meglio, ci sono pietanze tipiche piuttosto piccanti, ma ce ne sono tantissime altre che non lo sono affatto, perché non è mica vero che i messicani amano cospargere di peperoncino tutto ciò che passa per il loro palato!
Se per noi italiani uno degli ingredienti principali è il grano, dal quale ricaviamo la farina, necessaria per preparare pane e pasta, per il Messico l’ingrediente fondamentale è il mais, dalla cui farina si ricavano le famose tortillas. Nello Yucatan si dice che se una donna non è in grado di trasformare il mais in farina e lavorare le tortillas, allora non sarà mai in grado di trovare marito! A seconda della forma o dell’utilizzo le tortillas cambiano nome: diventano burritos se sono ripiene e arrotolate; diventano quesadillas se sono fritte e farcite con formaggio; diventano echiladas se sono condite con salsa chili; diventano nachos se sono tagliate a triangoli e fritte.
Una delle cose che ho adorato sono le salse che solitamente vengono fatte trovare a tavola come antipasto. La mia preferita è il guacamole, una salsa verde a base di avocado, lime, coriandolo, cipolla ed un pizzico di peperoncino. Ho provato a rifarla a casa o a mangiarla in vari ristoranti messicani, ma non sono mai riuscita ad eguagliare quel gusto fantastico. Il frijoles refrito invece è una salsa a base di fagioli scuri che contrariamente a quanto si possa pensare non è affatto pesante. Invece trattate con moderazione il pico del gallo, il cui aspetto somiglia molto al classico e fresco condimento per bruschette, invece si tratta di un condimento il cui grado di piccantezza può mettere seriamente alla prova anche i palati più smaliziati!
Altro ingrediente molto diffuso è il pesce, visto e considerato che lo Yucatan si affaccia sul golfo del Messico. Le aragoste sono molto diffuse e si trovano in tutti i ristoranti a prezzi veramente molto bassi. A Campeche sono molto famosi sia i gamberi, specialità proprio tipica del luogo, sia il pampano, un pesce atlantico molto simile alla lampuga. Un piatto tipico e piuttosto saporito è proprio il pampano ripieno di gamberetti e salsa speziata: una delizia da leccarsi i baffi.
E quale è il modo migliore per concludere un pasto se non con un caffé? Si ma non un semplice caffé, ma con un Caffé Maya, che ho visto servire al ristorante Pancho’s, in pieno centro a Merida. Viene preparato in maniera molto coreografica ed essendo aromatizzato con alcool viene versato nei bicchieri con una spettacolare cascata di fuoco che mi ha lasciato senza parole. Vale la pena ordinarlo solo per vederlo preparare con tanta maestria.
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