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Questo articolo è stato aggiornato il Ottobre 13, 2014
Il Piave è un fiume vivo, carico di storia e di storie. E’ il Fiume Sacro alla Patria, il protagonista di leggende, gesta eroiche, cambiamenti geografici, tradizioni e sapori unici.
Durante la settimana del blogtour #PiaveLive, organizzato dal Consorzio Bacino Imbrifero Montano del Basso Piave e l’agenzia di comunicazione Next Italia, abbiamo avuto modo di conoscerlo profondamente, alternando momenti di puro contatto con la natura, con altri di riflessione legati alla Grande Guerra, ai cambiamenti economici e sociali, ai legami con la popolazione del luogo e con i grandi nomi che lo hanno vissuto e amato, come Hemingway, Parise e Buzzati.
C’è un aspetto, però, che ha fatto da filo conduttore al nostro viaggio di risalita, da Venezia a Belluno: quello enogastronomico.Un viaggio nel viaggio, alla scoperta di piatti della tradizione e di vini pregiati che hanno fatto la storia di questo territorio.
Enogastromia del Piave: i prodotti tipici dall’Adriatico all’entroterra
Siamo partiti dal mare e nello specifico da Jesolo, dove il Piave sfocia, gustando ricette di pesce, tra cui la tipica bosega, un tipo di cefalo, poco conosciuto, ma dal gusto davvero particolare. L’abbiamo provata insieme a delle erbe di laguna in un primo piatto speciale preparato dall’agriturismo La Barena di Jesolo.
Nel primo tratto del viaggio abbiamo mangiato tanto pesce: frittura, zuppa di cozze, tortini gamberi e zucchine e il classico baccalà alla vicentina, cotto nel latte. Una delizia!
Risalendo verso l’entroterra il pesce di fiume si trova a competere sulle tavole con formaggi e salumi tipici di una bontà unica. E’ qui che abbiamo avuto la possibilità di scoprire un’altra specialità di questa terra: il vino Raboso. Si tratta di un vitigno autoctono, dall’origine antichissima, che nella versione Bianca, detta anche Grapariol, è stato recuperato dall’azienda Barbaran di Zenson di Piave, in provincia di Treviso.
Continuando il viaggio, lungo la Strada dei Vini del Piave che si snoda fino a Conegliano, altra perla della Marca Trevigiana, il bianco prende il posto del corposo rosso e i piatti vengono impreziositi dal Radicchio IGP di Treviso e dalla Casatella Trevigiana DOP, un formaggio fresco assolutamente da provare!
Lungo il corso del Piave i terreni sono alluvionali e per questo ricchissimi: le distese di viti si perdono all’orizzonte, e producono Raboso, Merlot e Cabernet nel primo tratto, mentre risalendo verso l’entroterra si arriva a Valdobbiadene, terra del Prosecco.
Ci troviamo sulla Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano e Valdobbiadene, costituitasi nel 2003, e veniamo accolti in maniera davvero speciale dalla Confraternita di Valdobbiadene, che ci ospita nella “cella vinaria” a tutta volta in cui i confratelli si riuniscono nel corso dell’anno, e che ci fa conoscere e assaggiare il pregiatissimo Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG.
Dalle dolci colline del Trevigiano si scorgono già le prime cime delle Dolomiti Bellunesi; carne insaccata, erbe, miele, castagne, funghi, zuppe e grappe sono gli immancabili protagonisti delle tavole di montagna.
Qui la Strada dei Formaggi e dei Sapori delle Dolomiti Bellunesi offre prodotti di grande valore: tra questi sicuramente i formaggi, tra cui quelli di malga, il Piave DOP e lo schiz, che viene cotto secondo antiche ricette e servito insieme alla tipica polenta di mais sponcio (ovvero “che punge”), accompagnati da ottimi vini del feltrino.
Degna di nota anche la carne: l’abbiamo provata arrosto, allo spiedo oppure cruda, nella preparazione della Locanda alla Stazione di Ponte nelle Alpi. Quella più tipica è però sicuramente la carne tritata fresca e speziata che viene utilizzata per realizzare i gustosi pastin, che noi abbiamo assaggiato al ristorante Bon Tajer, cotti su un letto di fieno che ha regalato al piatto tutto il sapore di questa terra magica.
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