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Questo articolo è stato aggiornato il Aprile 8, 2021
A volte per scoprire un locale, un ristorante o un agriturismo bisogna un pò penare, magari perchè il cellulare nell’entroterra non prende, oppure perchè il navigatore ti spedisce da un’altra parte.
E’ stato così per me qualche giorno fa. Siamo partiti da Rimini alla ricerca di un pò di ‘frescura’ nell’entroterra riminese. Decidiamo così di ‘testare’ un ristorante dal nome alquanto particolare, ‘Giuditta’. Al chè mi veniva sempre in mente la scena di Roberto Benigni nel Piccolo Diavolo, vabbè.
Dopo aver sbagliato strada almeno tre volte, ci infiliamo con la macchina lungo uno sterrato che si addentra nei boschi attorno tra la rocca di Montefiore e Gemmano. Dopo qualche minuto la strada termine al Country House Giuditta, oltre non si procede. Usciti dalla macchina ci accolgono gli odori della campagna, i campi di orzo da mietere, i nitriti dei cavalli nel recinto e loro, Marco Manduchi il proprietario e suo fratello Massimo.
Messo piede dentro il locale sembra di entrare in un altro mondo. Ma com’è possibile un posto del genere a pochi chilometri da Rimini e non lo sapevo? Ecco i miei occhi dicevano questo, e pure la bocca spalancata. Parliamo di una vecchia casa colonica completamente ristrutturata con all’interno una piscina che si affaccia sui campi e protetta da una vetrata, un mobilio tutto in legno che nella grande sala ci porta in India e al suo stile coloniale, mentre all’ingresso ampi divani t’invitano a sederti, respirare e magari con calma partire da un aperitivo.
Ecco, la parola chiave è la calma. Se hai fretta, vuoi mangiare di corsa e correre in discoteca cambia idea, questo posto non fa per te. Senza annoiarvi troppo, partiamo subito con un antipasto/aperitivo fatto di Rebola, formaggi misti locali e salumi misti.
Lo chef Marco, anche se non vuole che lo si chiami così, ci ha letteralmente viziato. Noi avevamo ordinato un bis di primi (strozzapreti), una fiorentina di quasi 1 kilo e mezzo, patate, gratin e verdure di contorno. Lui ci ha deliziato anche con del coniglio in porchetta agli asparagi. Faccio fatica onestamente a dire se c’era qualcosa che non andasse.
A mio avviso, e dei commensali (veri food blogger) che mi accompagnavano, tutto era perfetto. Terminata la cena, mentre i bambini nel frattempo si rincorrevano nel grande parco e accarezzavano Lampo (uno stallone nero splendido nel recinto vicino), ci siamo nuovamente trasferiti nella zona divani per un dolce, qualche amaro ed un caffè. Sempre con calma siamo ripartiti per Rimini, ma con grande dispiacere.
Il tutto per 30 euro a testa, niente se calcolo le quantità, la professionalità, la qualità del cibo e l’oasi di pace.
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