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Questo articolo è stato aggiornato il Maggio 18, 2015
Se state pensando ad un viaggio in Uzbekistan, ecco dove vi consiglio di dormire per una o due notti.
Il viaggio in auto per arrivare è stato piacevole e paesaggisticamente magnifico, attraverso il deserto di steppa e un sole brillante. Abbiamo fatto una sola tappa in un, diciamo, autogrill molto autoctono, in cui non trovi l’Icaro e nemmeno il Camogli ma puoi mangiare l’immancabile pane uzbeko con yogurt, insalata di cetrioli e pomodori.
Le yurte sono le abitazioni tipiche dei nomadi dell’Asia Centrale, al campo di Ayaz-Kala ne trovate circa 7/8 e ognuna può ospitare da 4 a 6 persone, sono costruite con uno scheletro di legno e una copertura di tappeti di feltro.
L’interno è molto colorato e troverete solo i letti, che servono da sedie durante il giorno, un tavolino basso su cui si posa il cibo e una stufetta. L’unica apertura è la porta d’entrata, sempre rivolta a sud. Le docce e i bagni sono in comune, all’esterno. Tutto è molto spartano, è come essere un po’ in campeggio! Ad accogliervi una famiglia che gestisce il campo di una gentilezza squisita, sempre sorridente.
Siamo arrivate al campo molto presto, verso le tre del pomeriggio perché noi abbiamo scelto di non visitare tutti i forti che ci hanno proposto. Vorrei sottolineare che con la Minzifa Travel sarete molto liberi, potete aggiungere o togliere visite a siti e monumenti in base alle vostre esigenze.
Cosa c’è da fare al campo? Niente, un bellissimo niente. La città più vicina si trova a circa 25 km, il campo è adiacente all’antico forte di Ayaz-Kala, potete andarci a piedi, camminando sulla sabbia finissima del deserto.
Le ore sono trascorse ammirando incredule il paesaggio desertico circostante, leggendo, chiacchierando, sorseggiando the e vodka in attesa della cena, la luce e i colori cambiavano offrendoci uno spettacolo difficile da raccontare.
Considerate che era marzo, per cui il campo non era totalmente attivo a causa della temperatura. Alcune tende non erano completamente montate e i pochi turisti che abbiamo visto erano lì solo per mangiare nella yurta e ripartire dopo qualche ora.
Noi siamo state le uniche a pernottare, dopo una buonissima cena con i piatti della tradizionale cucina karapalka e uzbeka: pane, zucca e patate bollite, frutta secca, insalatine, dolcetti e the caldo a volontà. Chiedete espressamente che vi accendano la stufetta, il tepore durerà pochissimo ma farà la differenza. Noi alle 21 eravamo nascoste dentro i sacchi a pelo (portateli), con l’aria gelida che soffiava sulle nostre teste; io ho sofferto un po’ il freddo quella notte ma lo rifarei mille volte.
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