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Questo articolo è stato aggiornato il Giugno 17, 2014
Vico è la cittadina che ho potuto visitare meglio durante i giorni trascorsi nel Gargano: quando, insieme al gruppo siamo arrivati, il suo centro era ancora deserto a causa della bassa stagione e quasi tutti i negozi erano chiusi. Con questa atmosfera il fascino di questo centro era solo moltiplicato, il silenzio, i fiori che adornavano i balconi e le scale, il labirinto di stradine, tutto sembrava lì apposta per noi! Una delle prime cose che ci ha accolto è stata una piccola stanza, nascosta sotto l’imponente Castello, dove la signora Mina vende e conserva al fresco forme di Caciocavallo podolico e pecorino: una delle piccole perle che un buongustaio di passaggio qui non dovrebbe perdersi.
A pochi passi di distanza si trova un luogo che merita una visita, sia per l’interesse sia per la passione con cui è seguito e gestito da Gennaro e Davide: sto parlando del Museo del Trappeto Maratea. Si tratta di un frantoio ipogeo che risale al ‘300 ed occupa una cava naturale, il più antico di 170 che si trovano in questo territorio. Qui sono conservati ed esposti tanti degli attrezzi utilizzati nel passato oltre che per la produzione di olio, anche per la produzione di vino e nell’agricoltura tradizionale. Se siete incuriositi dalle tradizioni e dalla storia dei contadini del Gargano questo è davvero il luogo migliore in cui approfondirla, per visite guidate complete si può contattare il numero 328 3523450 ed è importante anche sottolineare che questo è l’unico frantoio della zona accessibile anche ai disabili.
Per rimanere sempre in tema mangereccio un altro consiglio è di immergersi nei vicoli di Vico fino ad arrivare alla Cantina d’Aniell’ in cui degustare il Macchiatello, vino che nasce da 25 vitigni garganici a rischio di estinzione. Questo, ma anche gli altri vini prodotti sono frutto di un progetto culturale che ha il fine di recuperare vitigni antichi, noti già ai tempi dei romani, la cui coltivazione è stata abbandonata col passare del tempo, a causa dell’emigrazione e dell’abbandono delle tradizioni. Noi abbiamo assaggiato 4 vini diversi accompagnati da prodotti locali, ma il Macchiatello è decisamente quello che ho preferito!
Sulla strada per raggiungere la Cantina si trova anche un vicolo stretto stretto chiamato “vicolo del bacio”, l’unico luogo dove nel passato gli innamorati potevano trovarsi ed in cui erano costretti a sfiorarsi per passare.
Chi invece arriva da Peschici o magari si è fermato a pranzare al Ristorante La Stazione può visitare l’ecomuseo archeologico-naturalistico della Necropoli di Monte Pucci (che appartiene al Comune di Vico del Gargano nonostante sia più vicino a Peschici). Si presenta come un giardino, un luogo in cui passeggiare all’ombra dei fichi selvatici e accanto al quale pascolano alcune mucche, in realtà è un’area molto ampia in cui sono stati identificati quasi trenta ipogei cristiani, luoghi di sepoltura di epoca paleocristiana ancora parzialmente da studiare a cui si aggiungono spazi dedicati alla liturgia cristiana. Quest’importante territorio archeologico può essere visitato guidati da Davide (sempre lo stesso del Trappeto di Vico), telefonando al numero 348 0374509 per prenotare.
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