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Il primo viaggio in tre in Toscana

6 minuti di lettura
Cosa succede quando due viaggiatori dopo aver attraversato il Vietnam, la Bolivia e aver visto l'aurore boreale fanno un viaggio in Toscana? Succede che il viaggio da due è diventato un viaggio in tre. I consigli di Giulia e il racconto del primo viaggio con un bambino.

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Questo articolo è stato aggiornato il Settembre 4, 2014

Mia cugina è una blogger di viaggi e quando torno da una vacanza penso sempre di scriverle qualche riga per raccontarle come è andata, così magari può tornarle utile visto il suo lavoro. L’ho pensato quando sono tornata dal Vietnam, quando sono tornata dalla Bolivia e anche quando al Circolo Polare ho visto l’aurora boreale. Non le ho mai scritto, mai. Questa volta però ho deciso di farlo, perché il viaggio di quest’anno è stato il più intenso, il più incredibile, quello che ci ha portati più lontano. Siamo stati in Toscana.

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No, non sono impazzita, lo è stato davvero un viaggio con tutte le lettere maiuscole, imprevedibile e avventuroso come mai nessun’altro lo era stato… E’ stato il nostro primo viaggio in tre, e scusatemi ma non è poco Quindi… Ogni viaggio comincia dalla sera prima, sempre. Le ultime cose in valigia, la cena con un po’ di vino, il sonno pieno di sogni e di aspettative. Anche questa volta tutto inizia la notte precedente con un happy hour senza pari; abbiamo dormito niente (che l’ultimo dell’anno a noi ci fa un baffo), abbiamo cantato per ore e ore (ninnenanne a nastro continuo), bevuto e mangiato a sfinimento (latte, latte e ancora latte come se piovesse latte), e contemplato a luce accesa e spenta questo figlio nuovo di zecca che tanto bello non pensavamo fosse possibile venisse fuori.

Risultato, la mia prima crisi narcolettica dopo solo un’ora dalla partenza! E questa è davvero una prima mondiale Partenza senza orario, decide il piccolo Ettore senza remissione. Poi via dritti per l’autostrada, l’abbiamo imboccata a Fano e come dicevo non eravamo ancora arrivati a Rimini che io già dormivo. Poco importa, il pilota è uno tosto (non per niente c’ho fatto un bambino) e si procede a gonfie vele… o almeno ci proviamo visto che il traffico è completamente congestionato da incidenti, lavori, rallentamenti e poppate, che se invece di essere in macchina verso la Toscana fossimo in aereo, saremmo di certo arrivati in Asia o giù di lì.

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Comunque si può fare, il Pupo non ha neppure un mese, dorme beato e quando si sveglia vuole mangiare, quindi accostiamo lo accontentiamo e lo cambiamo, e poi siamo di nuovo pronti che neanche il pit-stop della Ferrari è così efficiente e veloce! Prima tappa Altopascio. La cittadina non è troppo degna di nota, carina ma simile a tantissime altre; il posto però è davvero strategico, a due passi dall’autostrada e a poca distanza da Lucca, Pisa e Pistoia. Abbiamo scelto l’hotel Cavalieri del Tau, pulito, spazioso, con ristorante e ottima cucina, personale infinitamente gentile ed impeccabile. La stanza assegnataci è spaziosa e la nostra super carrozzina ci si adatta alla perfezione. C’è pure l’ascensore che viste le nostre condizioni di viaggio fa davvero la differenza Per il primo pomeriggio scegliamo Lucca.

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Centro storico delizioso e pieno di turisti stranieri, anche se il vero fiore all’occhiello sono le mura e la loro passeggiata intorno alla città immersa nel verde di parchi e prati, dove si riversano gli abitanti a fare jogging (e finalmente sentiamo parlare toscano). Sono così belli e colorati da vedere che ci viene un’infinita voglia di correre anche a noi… ma poi ci prendiamo un gelato e ci stendiamo in un prato, e la voglia di correre passa alla grande
. Poppata, sguardo sul cellulare agli europei di nuoto, relax e poi rientro in hotel. Il mattino dopo è la volta di Pisa.

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Piazza dei miracoli per quanto bellissima è davvero troppo troppo piena di gente, per entrare ovunque è necessario un biglietto… ovviamente desistiamo e ci allontaniamo. Per noi il vero miracolo è la passeggiata tranquilla nelle vie del centro, quasi completamente bistrattate da chi passa di qui. Il pomeriggio si va a Pistoia. Per parcheggiare tra sensi unici e navigatore impazzito perdiamo una buona mezz’ora, poi arriviamo al centro. Anche Pistoia è molto bella, ma noi siamo affascinati dalla possibilità di visitarne i sotterranei e quindi ci avviciniamo all’ospedale del Ceppo per iniziare il tour. La struttura, di certo bellissima, è completamente ricoperta dalle impalcature per i lavori di ristrutturazione, quindi il colpo d’occhio lascia parecchio a desiderare.

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La visita guidata che dura circa un’ora inizia alle diciotto, noi arriviamo alle diciassette e trenta e non troviamo neppure la biglietteria (che viene allestita pochi minuti prima della partenza), in giro non c’è anima viva a cui chiedere, ed Ettorino dà i primi segnali di sveglia. Certo che come inizio non è proprio il massimo… ma non demordiamo! All’ora giusta arriva la guida e un piccolo gruppo di persone. Il giro comincia dall’anfiteatro anatomico più piccolo del mondo (davvero interessante) e poi prosegue verso i sotterranei che altro non sono se non l’antico letto del torrente Brana… la guida è brava, il luogo suggestivo, ma noi ci aspettavamo decisamente qualcosa di più, anche se forse siamo un po’ distratti da Ettore che intanto reclama la sua razione di latte, che per lui sopra o sotto terra non fa davvero differenza… Il giorno dopo si parte, si cambia hotel e si va verso Firenze. Nel biglietto della visita ai sotterranei però era compresa una riduzione per un altro museo, un rifugio anti bombardamenti nel nord della regione, decidiamo che ci interessa e quindi modifichiamo il percorso alla volta di San Marcello Pistoiese. Il viaggio è bellissimo, tra montagne e verdi intensi, la strada è poco trafficata e c’è pure un bel sole.

Il museo S.M.I. è a Campo Tizzoro qualche chilometro passato il paese. Per la visita guidata ci siamo noi tre con Ettorino prontamente sveglio e accomodato in braccio sulla fascia, e una coppia di Ferrara… pochi ma buoni! La guida è davvero molto brava e assomiglia vagamente a Luigi Lo Cascio. Le sale del museo sono allestite all’interno del vecchio stabilimento della Società Metallurgica Italiana, una fabbrica di munizioni di piccolo calibro attiva da inizio novecento.

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Dopo l’interessante e curioso percorso tra macchinari, proiettili e oggetti vari la visita continua ai piani di sotto, nei rifugi costruiti nel 1937 per proteggere gli operai e le loro famiglie dalla guerra. A mano a mano che scendiamo le scale scende anche la temperatura, si arriva ad una profondità di 20 metri, i nascondigli sono lunghi circa 2 chilometri e interamente scavati nella roccia, gli ordini di comportamento in caso di attacco aereo sono scritti nei muri grigi: non si può sputare (per via della tubercolosi) e è consigliabile stare seduti senza fumare e stando possibilmente zitti per risparmiare ossigeno. Nelle nicchie è ancora visibile il reparto dedicato alle medicazioni e alle attrezzature anti gas. E’ un tuffo nella storia recente, vivo e pieno, decisamente consigliabile e molto molto interessante, ne è valsa la pena!

Il viaggio continua e arriviamo a Firenze, due notti all’hotel Turist House vicinissimo alla centrale piazza Santa Maria Novella. Posizione ottima e arredi e camere deliziose, prezzo decisamente buono, unico neo manca l’ascensore e anche per arrivare alla reception dobbiamo fare una lunga rampa di scale… insomma non proprio la sistemazione ideale per chi come noi ha una carrozzina spaziale al seguito, ma armati di pazienza, forza e mal di schiena si sale e si scende al bisogno senza troppo lamentarsi!

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Firenze è una città incantata che le parole non sanno raccontare, quindi dirò solo che il nostro pupetto ha un debole per gli spuntini con vista e abbiamo sperimentato l’allattamento ovunque: davanti a Palazzo Pitti, alla galleria degli Uffizi (provvista per altro di una comodissima cabina fasciatoio), e sotto il David (chiaramente l’originale al Museo dell’Accademia, che per la copia in Piazza della Signoria, Ettore non si è scomodato di certo
). Se passate per Firenze comunque, al di là di Musei e Opere d’Arte, una piccola siesta merita, e la merita davvero, una minuscola gelateria alle spalle del Duomo.

Da Edoardo”, così si chiama, si mangia un gelato bio difficile da dimenticare con una deliziosa cialda del cono cotta e girata a mano al momento! Dopo Firenze la vacanza è agli sgoccioli, con la bocca ancora sporca di gelato arriviamo a San Gimignano piena di torri e soprattutto di turisti, per finire poi a Volterra. Qui alloggiamo al hotel Antica Badia, anch’esso senza ascensore ma provvisto di camere al piano terra, e questo è decisamente un sollievo! La proprietaria è gentilissima e la colazione super abbondante (si mangia al piano di sotto, e non vi dico la nostra faccia quando vediamo ancora scale! Tranquilli però, si può passare anche da fuori e c’è uno scivolo! Quindi per una volta riusciamo a eludere tutte le barriere architettoniche! E non è poco ).

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Va bè dopo una tranquilla serata medievale per le vie della cittadina è proprio il momento di tornare a casa, è pure cominciato a piovere! Ettorino è un angelo e dorme tranquillo, noi siamo pieni pieni e soddisfatti e felici… Il nostro primo Viaggio in Tre… certo non sarà stato intercontinentale, ma il profondo senso di quiete che sale piano piano dallo stomaco mai ci ha resi così in estasi di ritorno da un Viaggio… sarà perché questa è stata un’estate speciale, perché per una volta pioggia o sole, vento o neve non cambiavano il nostro buonumore, o forse e più probabilmente perché in tre in Viaggio lo si è un po’ sempre Girovaghi di tutto il mondo noi vi auguriamo di non fermarvi di fronte a niente, e ci auguriamo che queste poche righe possano portarvi consiglio.

Giulia Bellucci 

Foto di Jose GonzalezAndrea TosattoFabio Di Lupolaura.fotoIrene GrassiBarney MossErick GonzalezTopruralAndrés Nieto Porras

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