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Questo articolo è stato aggiornato il Giugno 27, 2018
Alla scoperta della Serenissima in Istria.
In seguito alla visita di Parenzo e dei suoi dintorni ci siamo recati a Rovigno.
Cos’è Rovigno?
Un gioiellino.
Un lembo di terra che si erge verso il mare, una penisola nella penisola.
Il borgo è dominato dall’alto dalla Basilica di Santa Eufemia.
La chiesa è stata costruita nel 1700, ma la particolarità risiede nel fatto di esser realizzata sopra strutture già presenti, molto probabilmente sui resti di una chiesetta dedicata a S.Giorgio.
Al suo interno sono conservate le spoglie di Santa Eufemia in un sarcofago datato all’incirca nel VI sec.
Un richiamo qui importante alla Serenissima ci viene dal campanile in stile veneziano realizzato nel XVII sec sul quale si può, ovviamente a pagamento,anche salire.
La chiesa è posta in cima a questo lembo di terra e da qui si ha una visione panoramica su tutto il mare adriatico.
È un posto rilassante e contemplativo dove potersi riposare e gustare la brezza marina.
Situato poco sotto la chiesa poi vi è un piccolo bunker in cemento dove potersi gustare lo splendido panorama.
Le vie del borgo
Visitata la chiesa ripartiamo per le splendide vie del borgo e dei suoi affacci.
Non è insolito trovarsi di fronte ad archi veneziani dai quali affacciarsi per gustare questo splendido mare ed immortalare i suoi colori così vivaci.
Tra le viuzze di questo borgo, realizzate in splendida pietra locale, troviamo la torre dell’orologio con il suo secondo richiamo alla Serenissima, ricordo legato al rilievo del leone alato di S.Marco.
La torre in realtà è stata oggetto di numerosi ritocchi, tra cui l’ultimo nel XX sec, perciò di quel periodo conserva ben poco se non i fasti di un antico passato.
L’ingresso al vecchio borgo fortificato avveniva dall’arco dei balbi.
È il terzo richiamo alla Serenissima.
Anche qui infatti troviamo il leone alato che sovrasta dall’alto i passanti.
Fu chiamato così in onore del podestà Balbi che governò su Rovigno.
Girovagando per queste viuzze ci si imbatte in mille scorci dal quale fotografare ed ammirare questo splendido borgo.
I colori vividi ed accessi delle case, il rosso, il giallo e l’arancio fanno infatti da contrasto con l’azzurro del cielo e del mare.
Alla scoperta di Pola
La terza tappa del Tour istriano e della ricerca della tracce della Serenissima ci ha portati a Pola.
Se in realtà Pola ha più attrazioni, musei e cultura, dall’altro ha sicuramente meno fascino.
A mio avviso è più grigia, più caotica e disorganizzata.
Parenzo e Rovigno sono più curate, e sicuramente più vivibili.
Ma ovviamente nulla toglie al fascino della storia.
La prima tappa quasi d’obbligo è l’anfiteatro di Pola, chiamato anche arena.
È il sesto anfiteatro per grandezza in tutto il mondo e merita quindi le attenzioni del caso.
Se pur di epoca romana, nello specifico si fa risalire direttamente ad Augusto, la storia più singolare relativa a questo anfiteatro la dobbiamo alla Serenissima.
Fu infatti proposto, sotto il dominio veneziano, di smontare questa arena e ricostruirla a Venezia.
Ovviamente poi fu sventata quest’idea e da allora è posta una lapide su una delle torri dell’arena in memoria di colui che fermò questo scempio, il senatore Gabriele Emo.
Salire sugli spalti è quasi emozionante.
Si può tranquillamente tralasciare tutto il resto ed immaginarsi questa arena piena, con i gladiatori al centro intenti nei loro giochi e le immagini di guerrieri che se le danno di santa ragione vengono subito nell’immaginario.
Ingresso all’arena di Pola
Dopo essere ritornati nel presente ci dirigiamo nei sotterranei di questa arena.
L’ingresso all’arena costa tra le 50kn e le 25kn a seconda di riduzioni o meno.
La mostra permanente nei suoi sotterranei riguarda la produzione di olio e vino nell’antica Istria.
Sono infatti presenti numerosissime anfore, le macine ed il frantoio utilizzati all’epoca.
Usciti dall’arena ci dirigiamo verso la Fortezza veneziana.
Fu costruita nel 1630 dalla Serenissima con funzione prettamente difensiva.
Sono ancor oggi ben visibili i cannoni, le mura ed i bastioni utilizzati per difendere la città.
C’è la possibilità inoltre di salire in cima alla torre e ammirare il panorama a 360° su tutta la città.
Usciti dal Kastel ci dirigiamo presso la città vecchia e lo facciamo passando proprio sotto l’arco dei Sergi.
L’arco è l’ingresso al “salotto antico” della città ed è databile circa al II/III sec. a.C.
È un vero esempio di arco monumentale sotto cui passare per visitare i tesori di questa città.
Percorrendo il corso principale si arriva alla piazza del foro in cui visitare il Tempio di Augusto e della Dea Roma.
L’ingresso costa 5kn per studenti e 10kn per adulti ma ne vale davvero la pena.
Da fuori è maestoso, con questi blocchi enormi, giganti, ma l’interno in realtà si presenta minuto.
Questo tempio è stato distrutto da incendi, bombardamenti ed ha subito numerosi crolli.
Ma testardo e cocciuto è ancora li al suo posto,come un puzzle composto da tessere giganti.
Altri consigli per visitare Pola
il piccolo teatro romano, posto sotto la fortezza, in realtà non visitabile poiché stanno effettuando dei lavori, la porta Gemina, il mosaico della punizione di Dirce – preparatevi per una caccia al tesoro – la porta d’Ercole, il museo archeologico e la cattedrale del V sec dell’assunzione della beata vergine Maria.
I trasferimenti da Parenzo a Rovigno e da Parenzo a Pola, entrambi a/r li abbiamo acquistati sul sito getbybus, con la semplicità di mostrare agli autisti il codice qr del biglietto.
Nulla toglie poi la possibilità di realizzare lo stesso tragitto in barca, ovviamente in maniera più panoramica.
Traendo le somme direi che sono tutte città in cui la storia romana e veneta si intrecciano indissolubilmente e ancor oggi è ben visibile questo connubio.
La civiltà romana con le sue pietre, anfore e colonne.
La civiltà veneta con i suoi leoni alati, i suoi archi e le sue torri.
L’Istria vi lascerà sicuramente un piacevole ricordo,
una piacevole malinconia, legata ai suoi profumi, al suo mare, alla sua gente e alla sua storia.
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