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Questo articolo è stato aggiornato il Ottobre 10, 2012
Quando sei andata all’estero?
Sono andata nell’anno 2007-2008
Quanto sei stata?
Sono stata 9 mesi, da settembre fino a fine giugno
Come sei andata?
Sono andata col progetto erasmus offerto dalla mia università di Forli.
Come hai trovato casa?
Inizialmente ho cercato su internet sul sito Loquo che è molto utile e ben aggiornato, poi ho guardato anche gli annunci appesi nella bacheca della mia facoltà a Barcellona. Entrambi sono validi per trovare casa.
Dov’era la tua casa?
Nell’arco di 9 mesi ho cambiato due case: la prima si trovava in una traversa della Rambla, quindi era in una posizione super centrica, ben collegata con ogni zona di Barcellona. La seconda casa si trovava in una parte della città più lontana dal centro, nella zona di Glories, dove passa una delle vie principali di Barcellona, la Diagonal.
Cosa studiavi?
Studiavo filologia ispanica e francese all’Universitat di Barcelona.
Come sono gli esami?
Gli esami che ho sostenuto sono stati in parte in lingua spagnola, altri in catalano (lingua officiale della Cataluna) e solo uno in lingua italiana. Normalmente uno studente è libero di scegliere se fare l’esame in castellano o catalano. A differenza di quello che dicono molte persone, gli Eramsus non sono sempre facilitati negli esami all’estero; la mia valutazione è stata uguale a quella di qualsiasi altro studente, senza tener conto del fatto che ero straniera; ma penso che questo fatto dipenda da università a università.
La cosa più difficile all’estero?
La cosa più difficile è riuscire ad ambientarsi. A me è capitato di sentirmi molto disorientata all’inizio, non ero pronta ad una città cosi grande e caotica come Barcellona. Il solo fatto di dover prendere la metro per spostarsi da una parte all’altra è stata un’impresa. Ma col tempo si è risolto tutto.
La cosa più facile all’estero?
Penso non ci sia una cosa facile all’estero.
Una festa della città in cui sei stata da consigliare?
Le due feste che mi hanno più colpito sono state quella della Mercè e la feria de Abril. La prima è la festa della città di Barcellona, che dura dal giovedi alla domenica; ci sono cortei per tutta la città e un sacco di persone mascherate; per la strada ci sono un sacco di gruppi che suonano tamburi e strumenti vari. Inoltre vengono organizzati concerti serali in Plaza Cataluna. L’ultimo giorno di festa in Plaza d’Espana fanno uno spettacolo pirotecnico con il sottofondo musicale. La seconda festa è la feria de Abril, che come dice il nome si svolge alla fine del mese di aprile nella zona del Forum, e tutto viene allestito secondo la tradizione spagnola. Ci sono un sacco di capannoni in cui si può mangiare tipico spagnolo e ascoltare la musica Andalusa caratteristica del sud del paese. Quasi tutte le persone che vi partecipano indossano il vestito tipico con frappe e fiori, lo scialle sulle spalle e le nacchere. In ogni capannone si sente la “Sevillana”, ballo tipico Andaluso.
Un piatto tipico da consigliare?
Non è un vero e proprio piatto, ma piuttosto uno spuntino. È il pane con il pomodoro Pan amb Tomaquets. Il pane viene tostato e sfregato di pomodoro e olio; lo si può mangiare anche accompagnato dalla tortilla di patate.
Un locale da consigliare?
Il locale che mi ha colpito di più si chiama El bosc de les fades che è un pub, proprio accanto alla Rambla e al museo delle cere. È un locale con un’ambientazione fiabesca,sembra di trovarsi dentro ad un bosco, con luci soffuse e scure. Un altro posto molto turistico è senza dubbio l’oveja negra, in cui si può gustare la tipica sangria spagnola, che si trova anche questo molto vicino alla Rambla, e nella zona di Marina.
La cosa più costosa all’estero?
La cosa più costosa è la pasta. Ci sono anche marche spagnole che cercano di imitare la pasta italiana, ma non è la stessa cosa. In linea più generale tutti i prodotti del mio paese sono più costosi all’estero.
La cosa più economica all’estero?
Di economico non c’è niente, ma rispetto all’Italia mi trovavo bene ad acquistare capi d’abbigliamento viste le tante catene come Zara, Paul and Bear, Berschka ecc.
Una cosa positiva dell’esperienza?
Di cose positive ce ne sono molte: l’esperienza con la lingua soprattutto. È stata un’occasione per approfondire la mia conoscenza dello spagnolo e conoscere meglio la cultura e le tradizioni del paese. Un altro lato positivo dell’esperienza è il fatto di vivere fuori casa, di vivere la propria indipendenza dai genitori.
Una cosa negativa dell’esperienza?
Una nota negativa dell’esperienza è la questione esami all’università. Non sono riuscita a dare molti esami perché la mia facoltà italiana non corrispondeva in tutto e per tutto a quella spagnola.
La consiglieresti ad un amico la tua esperienza, perché?
Senza dubbio consiglio l’esperienza dell’erasmus. Ti forma sotto molti aspetti e insegna a saperti comportare nelle diverse situazioni che ti si presentano. Arricchisci il tuo bagaglio culturale e impari una lingua nuova; si allargano le amicizie.
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