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Questo articolo è stato aggiornato il Febbraio 6, 2015
“Cerchiamo un luogo ridente ove occhi sensibili alla bellezza si riconfortino dopo la sozzura interminabile dei luoghi orribili; in partenza per Taranto.” Seneca
Da qualsiasi parte facciate ingresso a Taranto è impossibile non ammirare la sua posizione geografica, adagiata qual è tra due mari, il Grande e il Piccolo. Le sue origini sono molto antiche e la tradizione vuole che sia l’unica colonia spartana. In seguito i Greci la resero una potenza militare ed economica, oltre che una delle più importanti città, dal punto di vista culturale, della Magna Grecia. E la sua storia si respira attraversandone i luoghi più belli e caratteristici.
Taranto si raggiunge in auto e in treno; la stazione centrale è situata al di fuori del borgo antico ma ben collegata, attraverso il trasporto pubblico, con tutte le zone. E’ inoltre possibile arrivare anche utilizzando diverse compagnie private di autolinee, mentre gli aeroporti più vicini sono quelli di Brindisi e Bari.
La posizione strategica ne ha determinato nel tempo il suo sviluppo soprattutto come approdo per le navi mercantili e come città militare. A testimoniare ciò è uno dei simboli di questo luogo, il Monumento al Marinaio, dedicato ai Marinai delle Forze Navali Italiane, che rappresenta appunto due marinai nell’atto del saluto e che si erge subito all’ingresso della città nuova. Da questo punto ci si affaccia sul Mar Grande e vi assicuro che, tra la primavera e l’estate, si può godere al tramonto di spettacolari giochi di colore tra sole e mare.
Se si ha piacere a proseguire per una bella passeggiata, si può costeggiare lo splendido lungomare alberato e mi raccomando a non farsi mancare una sbirciatina dall’antica ringhiera per ascoltare la musica delle acque, per sentirne il profumo e per ammirare le “sirene” di Taranto, statue realizzate in cemento marino e poste sugli scogli. C’è un’atmosfera tanto romantica… e nelle serate estive anche molto divertente con spettacoli e manifestazioni! E, se possibile, approfittate delle minicrociere che consentono di attraversare il canale navigabile e di osservare la città da una prospettiva completamente differente; al vostro rientro potreste far sosta per un gelato o un caffè in una delle caffetterie di Corso due Mari, la mia preferita è Bernardi.
Il centro cittadino è abbastanza grande, molto trafficato, ricco di negozi per tutti i gusti e tutte le esigenze; si estende su un’ampia zona fino a concentrarsi sulle due vie principali, Via Tommaso D’Aquino e Via Federico Di Palma, sulle quali si affacciano anche diversi localetti per gustare un aperitivo, un po’ di pizza al taglio, un buon gelato.
Sempre in questa zona centrale della città è situato il Museo Nazionale di Taranto (MarTa), per chi voglia ripercorrere la storia e le origini del luogo. Il MarTa è ubicato in un antico convento restaurato negli anni, e al suo interno sono esposti in ordine cronologico i tanti reperti, vasi, tavole, statue, colonne, capitelli, ognuno dei quali racconta la sua parte di storia. Una menzione speciale meritano gli Ori di Taranto, testimonianza del suo splendore nell’ambito della Magna Grecia.
Ma ora percorriamo qualche passo indietro e spostiamoci esattamente nel punto in cui il nuovo si congiunge al vecchio, il Ponte Girevole. Il Borgo Antico è infatti, geograficamente parlando, un’isola collegata alla Città Nuova, della quale ho discorso finora, attraverso questa imponente struttura di metallo che sovrasta il canale navigabile e che, al passaggio di grandi navi, si apre in due metà. L’apertura ponte è uno spettacolo suggestivo a me molto caro poiché, quando ero bambina, mi ci recavo per salutare i miei parenti arruolati nella Marina Militare in partenza per le missioni all’estero: ricordo ancora quell’atmosfera triste mista ad uno strano senso di sacrificio e patriottismo!
Nella Città Vecchia sorge il Castello di Taranto diffusamente chiamato Castello Aragonese perché fu ricostruito dagli Aragonesi, ma il cui nome è precisamente Castel S. Angelo. Dalla fine dell’ottocento esso è custodito dalla Marina Militare che, null’ultimo decennio, ha provveduto ad un minuzioso restauro e ha effettuato grandi scavi, riportando in vita tantissimi reperti appartenenti ai diversi periodi storici. Il Castello si può visitare gratuitamente tutti i giorni compresi quelli festivi; dato che le visite sono guidate, per gruppi numerosi è consigliabile la prenotazione (info@castelloaragonese.it oppure 0997753438).
Proprio di fronte all’ingresso principale del castello spiccano le due colonne doriche, un vanto per la città di Taranto perché sono le più antiche d’Italia. Sembra che appartenessero ad un tempio dedicato al Dio Poseidone ma, nonostante conservino questo nome, molti intenditori sostengono che il luogo di culto fosse destinato ad onorare una divinità femminile per via di alcune statuette rinvenute durante gli scavi.
Alle spalle delle colonne si imbocca Via Duomo che, fino a Piazza Duomo, rappresenta il percorso principale del Borgo Vecchio. Da qui si dipartono una serie di caratteristici vicoletti, ex conventi, palazzi signorili, abitazioni ancora vissute ed altre oramai dimenticate; ovunque si respira il fascino del passato, delle origini, delle tradizioni, delle narrazioni leggendarie, del dialetto e, non da ultimo, dei soprannomi che identificavano i ceppi familiari.
In Piazza Duomo si affaccia appunto il Duomo di San Cataldo, la più antica cattedrale di tutta la Puglia. All’interno della chiesa, a seguito di lavori di restauro, furono rinvenuti i resti del sepolcro di San Cataldo, Vescovo irlandese morto a Taranto nel VI-VII secolo e divenuto Santo Patrono della città. Il Borgo Antico inoltre è ricco di testimonianze urbanistiche, relative alle diverse epoche storiche, contenute nella cosiddetta “città sotterranea”: sotto tutti i palazzi nobiliari, i conventi e le chiese sono presenti tantissime cavità sotterranee risalenti al periodo greco, ma anche a quello bizantino e medioevale.
Tra queste la più significativa, unica nella sua architettura al punto da meritare il riconoscimento di “Sito Storico” dal Ministero dei Beni Culturali, è l’ipogeo “De Beaumont Bonelli Bellacicco” che si trova al civico 39 di corso Vittorio Emanuele sotto l’omonimo palazzo. Esso raggiunge i 14 metri sotto la strada ed ha una via d’accesso esclusiva anche al livello del mare; all’interno tanti reperti e tanti resti di mitili e di fossili impressi nella roccia. Sul sito della Pro Loco di Taranto ci sono tutte le informazioni su orari di apertura e prenotazioni.
Se ci si reca sul versante di Mar Piccolo, su Via Garibaldi, si incontra poi il frenetico mondo dei pescatori: pesce e mitili freschi tutti i giorni sbarcano dai pescherecci che vi approdano. Qui di sicuro si possono apprendere le prime nozioni del colorito dialetto, ma anche assaporare un po’ di buona cucina locale: io consiglio la Trattoria L’Orologio, così chiamata perché fino a qualche anno fa era sita in Piazza Fontana nell’antico edificio sotto l’orologio, oggi si trova invece in Via Duca D’Aosta, il viale che conduce alla stazione, e offre ottimo cibo, fondamentalmente pesce, ad ottimo prezzo.
Inoltre i vicoli del Borgo Antico, durante l’estate, per una sera a settimana si rianimano con musica, arte, ed intrattenimento.
Ed ora non mi resta che portarvi un po’ al mare. La Litoranea Salentina costeggia tutto il Mar Jonio e parte dalla provincia di Taranto fino a congiungersi alla provincia jonica di Lecce: Leporano, Pulsano, Lizzano e fino a San Pietro in Bevagna, spiagge dorate e mare cristallino.
Sono zone ricche di turismo, di stabilimenti, di locali, di discoteche! L’indimenticabile Baia del Pescatore per bagnarsi di giorno e per sorseggiare un drink di notte, La Fenice per far colazione dopo il divertimento e la Gelateria di Pulsano per il gelato pomeridiano. Vorrei segnalare ancora uno degli eventi più sentiti e vissuti dai tarantini: i Riti della Settimana Santa; le due processioni, quella del giovedì nella città vecchia e quella del venerdì nella nuova, che si svolgono per tutta la notte, raccolgono tutta la popolazione da sempre.
Foto di Florian Plag, loloieg, Gaetano Sabato, Ilario, Jan de Boer, fdecomite, Vito Manzari
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