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Questo articolo è stato aggiornato il Novembre 19, 2020
Spaccanapoli. Se ne sente tanto parlare ma pochi sanno precisamente cosa sia, quali ne siano i confini e in che storia è calata.
Spaccanapoli è, in termini più aulici e meno popolani, il decumano inferiore che, ai tempi della società ellenica, era una delle tre più importanti arterie della città. I suoi confini si sono espansi nel corso dei secoli. Il progetto ellenico, quello iniziale, prevedeva un collegamento tra Via Duomo e Piazza San Domenico Maggiore, successivamente si è avuta una progressiva espansione giungendo, fino ai nostri giorni, a collegare, udite udite, i Quartieri Spagnoli a Forcella, passando per via Toledo, attraverando Piazza del Gesù, percorrendo via Benedetto Croce, fino ad arrivare a Piazza San Domenico Maggiore e proseguire poi lungo via San Biagio dei Librai per sboccare su via Duomo e quindi terminare a via Giudecca Vecchia che è una parte di Forcella.
Non solo una strada quindi, ma un viaggio attraverso la società Napoletana, dal degrado dei quartieri, passando per lo sfarzoso shopping di via Toledo, fiancheggiando Gay Odin e Scaturchio, pasticcerie che hanno fatto la storia napoletana, e, ancora, la casa di Benedetto Croce, colui che la storia l’ha raccontata.
Per ritrovarsi poi, nel cuore della cristianità con la Chiesa del Gesù, il complesso di Santa Chiara e la Chiesa di San Domenico Maggiore, e, proseguendo verso San Biagio dei Librai, immergersi nell’eterno Natale di via San Gregorio Armeno (collegamento tra il nostro decumano inferiore e il decumano maggiore) e catapultarsi ancora, di nuovo, tra lo shopping d’elite di via Duomo, piccola parentesi modaiola prima della conclusione cupa in quel di Forcella, quartiere che troppe volte, in passato, suo malgrado, è stato teatro di sanguinosi agguati di camorra.
Spaccanapoli, l’unione e la separazione. Unione di realtà agli antipodi tra di loro. Separazione della parte Nord della città dalla parte Sud. Per chi lo volesse è sempre disponibile un Free tour di Napoli per vedere tutto questo dal vivo.
Ma come arrivarci?
In auto, consiglio di prendere l’uscita Doganella della tangenziale, e proseguire verso piazza Carlo III, corso Garibaldi, poi Corso Umberto fino a piazza Bovio. Da Piazza Bovio, si sale lungo via Sanfelice e poi a destra su via Monteoliveto. Parcheggiare lungo la strada o in qualche sua traversa e iniziare la passeggiata. Prendendo una delle traverse sulla sinistra ci si ritrova tra lo shopping di lusso toledano, mentre, svoltando a destra, svetta l’obelisco dell’Immacolata in piazza del Gesù, quindi Spaccanapoli.
In treno, invece, consiglio di scendere a Piazza Garibaldi, prendere la linea 2 della metro fino a Cavour e da lì prendere la linea 1 fino a Dante. Scesi a Dante, passando per Port’alba e attraversando piazza Bellini costeggiando il conservatorio, superare piazza Miraglia e imboccare una piccola traversa pedonale immediatamente a destra. Pochi passi e ci si ritrova a Piazza San Domenico Maggiore, Spaccanapoli.
Punti cardinali? Gay Odin tra piazza del Gesù e via Benedetto Croce, con i gelati e cioccolatini più famosi di Napoli. Scaturchio, a piazza San Domenico Maggiore con le sue sfogliatelle e babà, Carraturo, a via san Biagio dei Librai, con sfogliatelle e dolcini vari e, la mia ultima scoperta, il Caffè Aragonese a piazza San Domenico Maggiore, le cui sfogliatelle calde sono equiparabili se non superiori a quelle di Scaturchio. Il sepolcro del Cardinale Brancaccio, all’interno della Chiesa di Sant’Angelo a Nilo, realizzato da Donatello.
Il tesoro di San Domenico Maggiore all’interno dell’omonima Chiesa, il famosissimo Cristo Velato nella cappella di Sansevero, il complesso delle Clarisse, oltre ai su menzionati punti di riferimento. Per quanto riguarda quest’ultima indicazione non mi rimane che consigliarvi una visita guidata di Spaccanapoli + Cristo Velato. Ora che sapete tutto e ben sapete orientarvi, che aspettate? Partite subito alla scoperta del cuore di una delle città più belle del mondo.
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Dovresti correggere l’articolo. Da Garibaldi L1 possono scendere direttamente a Dante (o, come consiglio personalmente, a Toledo). ;)