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Questo articolo è stato aggiornato il Aprile 13, 2017
Ad appena 51 anni di età Rimini deve già fare a meno di uno dei signori più importanti del Quattrocento italiano: Sigismondo Pandolfo Malatesta. Chi era? Signore di Rimini, grande capitano di ‘ventura’, uomo d’armi sin dalla tenera età e che già a 13 anni aveva ricevuto il primo battesimo sul campo di guerra, vincendo.
Nel 2017 si celebrano a Rimini i 600 anni del personaggio più famoso ed illustre della famiglia Malatesta che trae le sue origini dall’entroterra di Rimini, dalla Valmarecchia. Ma quanto era esteso il dominio del Malatesta, fin dove arrivava la sua influenza? Dalla vicina Cesena con il suo entroterra fino a Fano e Fossombrone nelle Marche. Un territorio talmente grande che portò Sigismondo parecchie antipatie dai suoi antagonisti, in primis papa Pio II° e subito dopo Federico da Montefeltro, duca di Urbino.
Sebbene sia nato a Brescia, dal padre riminese Pandolfo, il giovane Sigismondo lega la sua vita e la sua storia alla Romagna e a Rimini. Qui si trova il suo castello, qui in questa terra di Romagna si trovano i borghi vallivi dove la famiglia dei Malatesta ha governato per secoli. Piuttosto che celebrarlo a parole la cosa migliore è celebrarlo sul campo, visitando i castelli più importanti dell’entroterra di Rimini, di Cesena e delle Marche che hanno visto l’opera dei valenti architetti militari che al soldo di Sigismondo operarono migliorie e resero queste strutture tra le più belle dell’Emilia Romagna e delle Marche.
Il castello di Rimini, o Castel Sismondo, oggi è solo una pallida fotocopia di quello del passato. Dove poter vedere come era in origine? Fate un salto dentro il Tempio Malatestiano ed osservate l’affresco dell’artista toscano Piero della Francesca. A destra della scena vedrete un tondo con all’interno la rappresentazione del castello di Sigismondo. Fossati e tante torri. Dove sono oggi? Sapevate che fu carcere della città fin dopo la seconda guerra mondiale?
Nell’entroterra di Rimini imperdibile è il castello di Verucchio, una delle culle dei Malatesta, celebre per la figura mitica del Mastin Vecchio o il Centenario. Considerato il capostipite della famiglia Malatesta (o Malatesti) creò a Verucchio (alta) il castello ma fu Sigismondo a ingrandirlo e fortificarlo. La visuale che si gode dalle sue terrazze è fenomenale, di fronte a voi avrete tutta la riviera Adriatica. Suggerimento personale è visitarlo nel pomeriggio, mentre il sole sta calando.
San Leo con la sua celebre fortezza appoggiata su uno sperone di roccia è la più conosciuta. Anche qui vi lavorarono gli architetti militari di Sigismondo ma oggi è più conosciuta con l’adattamento architettonico operato dal Francesco di Giorgio Martini, architetto militare al soldo del nemico storico Federico da Montefeltro, duca di Urbino. Fortezza imprendibile, enorme, da cui si gode una visuale incredibile e che ogni anno d’estate rivive l’assedio al castello in costumi d’epoca.
Risalendo l’asta fluviale del Marecchia s’incontrano altri borghi medievali come Pennabilli. Questo nucleo medievale, che si contende con Verucchio la palma del vero luogo natale dei Malatesta, non ha più la sua rocca. Eppure il fascino antico l’ha mantenuto ed oggi è celebre per il festival dei Buskers in estate e per il lungo soggiorno avuto dal poeta Tonino Guerra tra i vicoli di questo borgo. Sceneggiatore di alcuni film del famoso Federico Fellini, ha sempre considerato la Valmarecchia e Pennabilli la sua casa, sebbene fosse di Santarcangelo di Romagna.
Sull’altro versante della Valle non mancano altri castelli o piccoli fortilizi, in mano ad altre famiglie nobili dell’epoca sono comunque meta interessante: Sant’Agata Feltria con Rocca Fregoso, il piccolo borgo di Petrella Guidi, il castello di Montebello con il mito o leggenda di Azzurrina. Ci sarebbe poi da considerare il fortilizio di Castelvecchio, su una rupe in quel pezzo di Toscana che s’incastra nella Valmarecchia riminese. Non dimenticate poi il castello di Santarcangelo di Romagna, oggi di proprietà di una nobile famiglia romana in realtà venne ingrandita proprio da Sigismondo Malatesta. Il suo grande mastio, un tutt’uno con la torre, venne abbassato proprio dai Malatesta per aver il materiale da costruzione per la porta Cervese. Una porta d’accesso al borgo fortificato che guarda proprio verso Cervia e le sua saline.
Passando in Valconca (sempre nel riminese) e nelle vicine Marche, non dimenticate di fare un salto a Montefiore dove la sua rocca quadrangolare (fin troppo rimaneggiata dopo la guerra) è comunque un punto di vista eccezionale all’imbrunire per guardare la riviera e il vicino entroterra marchigiano e toscano.
Celebre nelle Marche è il castello di Gradara, in cui un po’ forzatamente trova casa il mito della storia d’amore più famosa d’Italia (al pari di Romeo e Giulietta) di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, cantata da Dante e celebrata da famose opere liriche. Anche questo bel castello venne ammodernato da Sigismondo, il cui aspetto attuale lo si deve al restauro dell’ultimo proprietario: Umberto Zanvettori.
Essendo ancora nelle Marche fate un salto alla rocca di Monte Cerignone oppure al borgo di Macerata Feltria, uno dei pochi castelli Malatestiani fedele a Sigismondo nel tentativo di resistere a Federico da Montefeltro. Rocche medievali dal fascino indiscusso sia d’inverno che d’estate.
Non mancano i borghi incastellati nel cesenate come San Giovanni in Galilea dove celebre è la leggenda di Leonida Malatesta il pazzo, uno dei tanti rami della famiglia discendenti da Sigismondo. La sua storia non mancherà di far divertire anche i bambini nella visita al borgo specie se fatta in notturna. Oppure Sogliano al Rubicone celebre oggi anche per il formaggio di fossa o Monteleone con il suo palazzo Malatestiano celebrato dal poeta inglese George Byron oggi proprietà dei conti Volpe. Non dimenticate poi il castello di Longiano o quello di Sorrivoli, luoghi che ancora emanano il fascino incredibile di un Medioevo italiano e poi Malatestiano da raccontare.
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