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Questo articolo è stato aggiornato il Aprile 15, 2015
Innanzitutto un avvertimento: questo non è un post per vegetariani. D’altronde la Toscana e non è famosa per il tofu grigliato.
Le colline senesi sono ideali per rilassarsi e “fuggire dalla città”, anche in dolce compagnia. Prima di partire abbiamo prenotato due notti in un agriturismo ad Asciano (30 km da Siena): un casale ristrutturato completamente immerso nella campagna. All’arrivo, venerdì sera, ci accolgono due cagnolini simpaticissimi, alti 40 centimetri, che hanno due nomi azzeccatissimi: Rambo e Rocky (pronunciato “RoHi” dal padrone).
Lasciamo le valigie e andiamo a mangiare ad Asciano. Essendo fine febbraio, purtroppo molte trattorie sono in ferie, così scegliamo l’unico ristorante aperto (un po’ caro ma ne è valsa la pena). Dal tagliere di salumi della Cinta senese e formaggi stagionati, al controfiletto marinato con verza, fino ai cantuccini con vinsanto, non abbiamo mai smesso di sorridere. Una cena con i fiocchi, resa ancora più piacevole dalla simpatia delle cameriere.
Il sabato è dedicato a Siena, il cui centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. I luoghi da visitare sono noti: il Duomo, il Battistero, il Comune, Piazza del Campo. Bellissimi, ma Siena è anche un’importante città universitaria. Consiglio quindi un’esperienza fondamentale per capirne l’atmosfera: comprare un panino al lardo di colonnata nell’unica paninoteca-enoteca in Piazza del Campo, farselo scaldare e poi mangiarlo seduti a terra, in piazza, sotto il sole. Fantastico.
Poi si può continuare la visita, con calma. Magari perdendosi tra i vicoletti e finendo a comprare un cappellino anni ‘40 in una bottega (normalmente non l’avrei fatto, ma al momento sembrava indispensabile). Per cenare ci siamo spostati a Buonconvento, “uno dei borghi più belli d’Italia”. Anche lì tutti i ristoranti erano chiusi per ferie, quindi abbiamo scelto l’unico aperto, alla fine del corso principale. In questa trattoria abbiamo provato un’altra specialità della zona: i pici al ragù. I pici sono un tipo di pasta lunga fatta a mano con acqua, farina e a volte un po’ d’uovo. Buonissimi, come il filetto alle castagne e il dolce: una cheese-cake con yogurt e lamponi, servita con un po’ di crema chantilly.
La domenica è dedicata alla natura: l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore; Pienza; il Borgo di Castello Banfi. Un luogo sacro, uno “profano” e uno da favola. L’Abbazia, fondata agli inizi del ‘300, è immersa nel verde e ha un’atmosfera quasi sovrannaturale. Pienza è un paesino in cui, dopo aver girato un’ora per trovare due posti in una trattoria (stavolta erano aperte e tutte piene), ci siamo divertiti molto a camminare lungomura passando per la “Via dell’amore”, dove un uomo ha iniziato a cantare “Dove vai, se la banana non ce l’hai?”. Molto romantico. Il Borgo Banfi invece è stato acquistato interamente da una famiglia e rimesso a posto: oggi è un luogo da favola per cerimonie, degustazione vini e relax.
Insomma, luoghi consigliatissimi per un weekend e non solo. L’unica pecca? Senza macchina sarebbero impossibili da visitare.
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