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Questo articolo è stato aggiornato il Dicembre 9, 2021
Il Natale, si sa, è la festa più attesa dell’anno, una festa dall’importanza e dalle proporzioni a dir poco faraoniche, che negli ultimi anni si è sempre più arricchita di valenze che a volte hanno attinto un po’ troppo dal mondo del consumismo e del benessere.
Spesso infatti dimentichiamo che in realtà si tratta di una festa le cui origini sono saldamente radicate ad antiche tradizioni religiose e pagane, e che a volte sarebbe giusto fare un passo indietro per non dimenticare da dove veniamo.
In Sicilia l’atmosfera natalizia la si comincia a vivere a partire dall’8 dicembre, festa dell’Immacolata, quando in tutte le case vengono montati gli addobbi tipici di questa festa e ci si comincia a riunire attorno ad un tavolo per mangiare a sazietà insieme ad amici e parenti. Sebbene l’albero di Natale con tanto di luci sfavillanti e regali annessi abbia oramai preso il sopravvento in tutte le case, sono in molti a rimanere fedeli al presepe, che ricorda il tema della natività, il vero protagonista di questa festa. Quella del presepe è una tradizione talmente amata e sentita che esistono diverse versioni di presepe vivente in moltissimi paesi, che ogni anno accolgono veri e propri bagni di folla.
Nella maggior parte dei casi si tratta di rappresentazioni di antichi mestieri della Sicilia di fine ottocento e inizi del novecento, molti dei quali sembrano andare perduti.
Tra i più belli ricordiamo il presepe vivente di Custonaci, in provincia di Trapani, forse il più antico dell’isola, che si svolge proprio attorno ad una grotta naturale di fronte al mare; il presepe vivente di Gangi, in provincia di Palermo, eletto borgo più bello d’Italia nel 2014, che invece cerca di ricostruire l’atmosfera dell’antica Palestina ai tempi della nascita di Cristo; il presepe vivente di Ispica, in provincia di Ragusa, che si avvale delle suggestive atmosfere delle cave rocciose con abitazioni preistoriche; il presepe vivente Verghiano, che si svolge a Vizzini, in provincia di Catania, all’interno della realtà verghiana dove vivono i vari personaggi della Cavalleria Rusticana, La Lupa, L’Amante di Gramigna, Storia di una Capinera, Nedda, Mazzarò, I Malavoglia, Jeli il Pastore.
Per chi volesse invece lasciarsi andare agli acquisti anche di oggetti particolari, non mancano di certo i mercatini di Natale, che offrono di tutto e di più: dagli oggetti tipicamente vintage a quelli di antiquariato; dagli utensili per la casa ad ogni sorta di gadget tecnologico e non; e ovviamente il luna park con tanto di giochi adatti a grandi e bambini.
Qualcuno se lo starà chiedendo: ma ci saranno prodotti tipici da mangiare per Natale? Siamo in Sicilia, la patria del buon cibo: possono forse mancare le cose da mangiare? Ma certo che no! La lista in effetti sarebbe lunga e di quelle che fanno venire l’acquolina in bocca, anche perché ogni zona ha i suoi piatti tipici.
Lo sfincione, oggi uno dei protagonisti dello street food palermitano, è considerato il pane delle feste. Si tratta di un impasto simile alla pizza ma molto più doppio e spugnoso, ricoperto di pomodoro, cacio cavallo, cipolla, acciughe e pangrattato. Tipico soprattutto della vigilia, consigliato solo a stomaci forti.
Tra i primi ricordiamo lasagne, cannelloni e ovviamente i famosissimi anelletti al forno, anche questi piuttosto ricchi, conditi con un robusto ragù, besciamella, uova sode e melanzane fritte.
Vuoi conoscere tutti i piatti delle feste di Natale in Sicilia? Abbiamo raccolto un articolo apposito.
Tra i secondi i protagonisti sono i pesci, come il baccalà, da fare fritto o in umido, e il capone, meglio noto nel resto d’Italia come lampuga, anche esso da fare in umido.
Ed infine i dolci. Ora va bene tutto, va bene il panettone e va bene pure il pandoro, ma qui in Sicilia abbiamo i nostri dolci, che, scusate il campanilismo, sono i migliori del mondo! Il dolce per antonomasia è ovviamente la cassata, forse più tipica a Pasqua, ma ogni occasione è buona per mangiare una fetta della regina delle torte.
Il dolce tipico per eccellenza del Natale è comunque il buccellato, ovvero pasta frolla ripiena di fichi secchi, uva passa, nocciole, mandorle, cioccolato, miele, noci e frutta candita. E poi ci sono le sfinci (frittelle tonde) da cospargere con zucchero e cannella; la cobaita, ovvero il torrone di Modica, un croccante di miele caramellato con semi di sesamo e mandorle.
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