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Come organizzare una vacanza a Seattle

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Cosa vedere e cosa fare a Seattle, cosa non perdere per vedere la bellissima città americana, dove mangiare e soprattutto cosa e perché non perdersi il primo Starbucks della storia.

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Questo articolo è stato aggiornato il Gennaio 8, 2024

La prima volta che sentii parlare di Seattle non avevo nemmeno diciotto anni: all’epoca non era così semplice cercare informazioni su Google se ti interessava un posto, oppure leggere i post dei blog di viaggio con i consigli di chi ci era già stato. Era la metà degli anni Novanta e, se avessi avuto uno smartphone, avrei letto su internet che Seattle è la città principale dello stato di Washington, sulla costa ovest degli Stati Uniti, non lontano dal Canada.

Solo anni dopo ho finalmente messo piede nella città resa famosa da Sleepless in Seattle prima, e da Grey’s Anatomy dopo. E appena arrivata mi sono resa conto che l’aria che si respiraqui ha qualcosa di particolare.
È l’inizio di marzo, durante la notte ha piovuto e il cielo è ancora carico di nuvole. Si respira quell’odore che c’è nei posti a metà tra l’oceano e la montagna: un insieme di resina di abete, che arriva dalle Olympic Mountaints, e di salsedine dello stretto di Puget.

Come arrivare e come muoversi a Seattle

L’aeroporto di Seattle-Tacoma è collegato alla maggior parte degli scali americani e canadesi. È possibile raggiungere Seattle dall’Italia con diverse compagnie aeree, tra cui Lufthansa, Air France e KLM che fanno scalo, rispettivamente a Francoforte, Parigi e Amsterdam. Nel mio caso, io ero già negli Stati Uniti per lavoro, per cui la spesa di un volo diretto da San Francisco è stata di circa 80 euro.
Dall’aeroporto si raggiunge il centro con la Light Rail: i treni hanno una frequenza di 10-15 minuti e il biglietto singolo ha un costo massimo di 3 dollari.
Io mi sono fermata per pochi giorni per cui non ho avuto la necessità di noleggiare una macchina, anche perché a Seattle ci si può comodamente spostare a piedi: ci sono parecchie salite e discese, soprattutto intorno alla zona del porto, per cui è fondamentale avere un paio di scarpe comode e una giacca impermeabile, visto piove spesso e l’aria è fredda. Per chi non avesse voglia di macinare miglia a piedi, i mezzi di trasporto sono un’ottima alternativa. Gli autobus della King County Metro coprono l’intera area urbana di Seattle, al costo di otto dollari al giorno.

Dove dormire a Seattle

Ho trascorso due notti a Seattle, in due strutture diverse. La prima sera sono stata ospitata al Talaris Conference Center che, come dice il nome, è un centro conferenze. Ottimo per riunioni e seminari, visto che ha a disposizione parecchie meeting rooms e una trentina di camere doppie. Si trova in un parco vastissimo, non lontano dalla Washington State University. È sicuramente scomodo per esplorare la città, dato che ci si impiega quasi un’ora con i mezzi pubblici per arrivare fino a downtown, ma è in una posizione eccellente per conoscere un po’ la periferia. Il giorno del mio arrivo, dopo le riunioni di lavoro, ho percorso a piedi la strada che separava il centro conferenze dal Jak’s Grill, il ristorante dove ho cenato. Non ci sarà molto da vedere in zona, ma si ha l’impressione di essere una persona del posto. Si incrocia gente che corre nei parchi o che va in bici, ragazzi che rientrano a casa dopo la scuola e mamme che spingono i passeggini lungo i vialetti delle case di legno dipinte in colori tenui, dal verde al grigio, che riprendono i toni degli abeti, delle montagna e del cielo.
La seconda notte mi sono spostata in centro, al Warwick Hotel, all’incrocio tra la centrale Lenora Street e la 4th Avenue. Non è un hotel economico ma la posizione è centralissima, le stanze spaziose e moderne. E la vista dalla finestra della mia stanza sui tetti della città e sullo Space Needle è impagabile.

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Dove mangiare a Seattle

Seattle non è nota soltanto per essere la patria del grunge, ma è anche famosa per il suo mercato, uno dei più vecchi di tutto il paese. La scritta Public Market a caratteri rossi è probabilmente una delle più fotografate al mondo, e il Pike Place Market è forse uno dei più visitati. Situato tra la Alaskan Way e Pike Place, è aperto per 363 giorni all’anno: al suo interno il tempo si dilata, come nel paese delle meraviglie, al punto tale che io mi sono accorta di averci passato delle ore, e non solo una ventina di minuti come era mia intenzione. A Seattle ci sono innumerevoli ristoranti ottimi, ma il mio consiglio è di mangiare qui, al mercato. È qui che i pescatori del Nordest del Pacifino e dell’Alaska portano il loro pescato: impossibile dire di no a un crab sandwich, un panino di polpa di granchio, oppure al clam chowder, la zuppa di vongole. Si mangia direttamente dagli stand, oppure ci si può sedere per un pasto completo a uno dei ristoranti all’interno del mercato. Io ho provato l’Emmett Watson Oyster Bar, ottimo sia per le ostriche e per le birre locali. Seattle è nota anche per i suoi micro-birrifici indipendenti, che negli ultimi anni sono spuntati un po’ ovunque in città e in periferia. Se si rimane in centro si può provare la Pike Brewing Company, dove è possibile anche provare dei piatti in abbinamento con le birre, e la Outer Planet Craft Brewing, in zona Capitol Hill.

Cosa fare a Seattle

La prima cosa che ho fatto, appena ho avuto del tempo a disposizione, è stata quella di andare al Pike Place Market e di esplorarlo mangiando, una bancarella dopo l’altra. Dopo il mercato, ho passeggiato avanti e indietro per le stradine che conducono al porto. Ho sbirciato nei negozi indipendenti, ho scattato fotografie agli empori di generi alimentari e ho guardato dall’esterno il primo negozio di Starbuck’s, quello che aprì nel 1971 proprio di fronte al mercato. Una delle persone che era con me ha Seattle mi ha raccontato che secondo la leggenda, il caffè sia stato inventato qui. Ne dubito, ma non stento a credere che il numero di coffee shops in città sia dieci volte superiore rispetto ad altre metropoli del paese. Infatti ci sono piccoli caffè indipendenti a ogni angolo di strada, quasi 700: tra i più noti c’è il Lighthouse Roasters, in zona Fremont, un po’ lontana dal centro. Se non si ha tempo per allontanarsi da Pike Place, si può fare una tappa da Beecher’s, ottimo sia per il caffè che per la selezione di formaggi. Purtroppo ho scoperto troppo tardi dell’esistenza di Seattle by Foot e del Coffee Crawl: si tratta di un tour a piedi di due ore e mezzo che permette di scoprire le tappe fondamentali della coffee culture in città.

Non avendo abbastanza tempo a disposizione, ho rinunciato al tour sul caffè e mi sono incamminata verso il simbolo di Seattle, lo Space Needle. Sicuramente è un’attrazione turistica, ma non mi sarei mai perdonata di essere arrivata fino al limite occidentale degli Stati Uniti e perdermi la vista dalla torre. Il biglietto non costa poco – quasi venti dollari – ma sono soldi ben spesi. L’ascensore impiega un minuto per salire all’Observation Desk, a 160 metri di altezza. La struttura venne costruita nel 1962 per la fiera mondiale che si svolse quell’anno a Seattle: allora era la costruzione più alta a ovest del Mississippi. La vista dalla cima dello Space Needle è indescrivibile: la città in basso, il monte Rainier di fronte e la baia di Elliott in lontananza.

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Informazioni sull'autore
Originaria di un piccolo paese della provincia piemontese, dove vive da sempre. Lavora in un ufficio in una stradina secondaria, ma immagina di abitare a Notting Hill, di lavorare a Williamsburg, di prendere un aperitivo a Montmartre e di cenare a North Beach. E di fare shopping sulla Fifth Avenue. Non sa cucinare, ma adora mangiare. Conosce posti nuovi attraverso il cibo e le tradizioni culinarie. Non riesce a fare a meno di raccontare quello che ha scoperto agli altri.
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