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Questo articolo è stato aggiornato il Febbraio 5, 2014
Ponte Carlo, a Praga. Uno dei simboli principali della città. Emblema del caos mondano, affollato da turisti che passeggiano protetti dalle numerose statue che ne fanno da corrimano. Bancarelle di artigianato locale e souvenir ad ogni angolo, artisti di strada che ravvivano l’atmosfera. E’ luogo di festa, di chiassoso via vai. Unisce il quartiere vecchio, Stare Mesto, sulla sponda orientale della Moldava, riconoscibile per la presenza della torre gotica più bella d’Europa, alla zona piccola, Malà Strana, sulla sponda occidentale del fiume, contraddistinta da due torri, romanica la più bassa e gotica la più alta, unite da un passaggio a cuspide.
Pensando a Ponte Carlo, mi è naturale rievocare l’immagine di una giostra, colorata e dai più strani movimenti, con musica alta e un continuo saliscendi di persone. Giostra collocata in una piazza silenziosa e tranquilla, in netto contrasto con essa. Oppure penso ai bagni termali Széchenyi di Budapest, che Federica ci ha fatto conoscere nel suo bellissimo post, in cui si passa dal tepore delle acque alla fredda temperatura esterna. Terapeutiche, senz’altro. Un piacevole sbalzo termico, indubbiamente. Ma pur sempre l’accostamento di due contrasti. Ecco, scendere dal Ponte Carlo e inoltrarsi nel quartiere di Malà Strana è un po’ così. All’improvviso sembra di essere altrove, un’altra atmosfera, un altro ritmo. Tutto scorre più lento, tutto è più rilassato. Meno folla, meno rumore, meno turismo, più vita vera, secondo me.
Tra le strette stradine su cui si affacciano le caratteristiche case colorate praghesi, dirigiamoci su Velkopřevorské náměstí , la Piazza del Gran Priorato, per vedere il Muro di John Lennon. Oggi proprietà dei Cavalieri di Malta, il muro è ricco di graffiti e di scritte che richiamano canzoni dello storico leader dei Beatles. Il suo significato va, però, ben oltre la mera rievocazione musicale. John Lennon, dopo la sua morte, è diventato per i ragazzi di tutto il mondo un simbolo di pace e libertà. Ideali che, negli anni Ottanta, i giovani praghesi, costretti a vivere sotto i dettami di un regime comunista di cui non condividevano le strategie politiche, adottarono come propri e su quel muro li rappresentarono nel tentativo di riscatto morale e di prosecuzione della lotta pacifica intrapresa da Lennon e bruscamente interrotta a causa del suo assassinio. Il regime comunista più volte tentò di boicottare queste manifestazioni artistiche, ma ciò che quello oscurava di notte, i giovani ridipingevano di giorno. Stare lì, di fronte a quel muro, è una emozione forte, dall’indiscusso valore storico, che giovani provenienti da ogni parte del mondo, in atteggiamento di composto rispetto, si concedono durante la visita della città.
Ebbene, pieni di una sincera emozione, lasciamo la Piazza del Gran Priorato e volgiamo in direzione di Hroznová pe immetterci, quasi subito, su U Sovových mlýnů e ritrovarci, come per magia, sull’Isola di Kampa (Na Kampě ). Abbracciata dalla Moldava, ad est, e dalla Čertovka, ad ovest, essa è anche ricordata come la Piccola Venezia di Praga. La Čertovka è un canale artificiale che deve il suo nome ad una donna indemoniata che visse in quella zona. Fu costruito per alimentare i numerosi mulini, tipici dell’isola, alle cui acque le donne un tempo usavano lavare la biancheria. La Piccola Venezia di Praga è ricca di parchi in cui passeggiare, riposare sulle panchine o magari leggere un buon libro sdraiati sull’erba.
I suoi palazzi barocchi ospitano al proprio interno svariati ristoranti e pub in cui si può mangiare dell’ottimo pesce fresco a buon prezzo, oltre a numerosi locali notturni. Sull’isola troviamo, imponente e stravagante, il Museo Kampa. Difficile non notarlo. Enormi statue di bambini che gattonano ne annunciano la presenza. All’interno di un antico mulino,la cui struttura non è stata snaturata dalle opere, numerose, di ristrutturazione, ospita esposizioni sia temporanee che permanenti di arte contemporanea dell’Europa Centrale, Ceca e dell’ex blocco est europeo, in particolare. Un gioiello architettonico, in cui numerose vetrate e terrazze illuminano le opere e ampie passerelle metalliche scavalcano canali d’acqua.
Bene, da U Sovových mlýnů, in direzione nord, immettiamoci su Na Kampě e percorriamola fino a che, di fronte a noi, non vedremo, nuovamente, la doppia rampa di scale del Ponte Carlo. Passiamo sotto il ponte, alla sinistra della rampa, e sulla destra, riconosciamo il canale Čertovka, stavolta dal suo lato settentrionale. Qui, la Piccola Venezia lascia spazio a Roma: numerosi lucchetti colorati, testimonianza di promesse di eterno amore, sono attaccati alle inferriate del ponte sulla Čertovka, così come accade a Roma, sul più famoso Ponte Milvio. L’avevate mai vista una Praga così?
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