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Questo articolo è stato aggiornato il Febbraio 5, 2016
Pozzuoli è terra che non vuole star ferma, è acqua che inghiotte, è la porta dell’inferno, il ponte tra ieri e oggi. Pozzuoli è la città dei vulcani e del bradisismo, è movimento allo stato puro. Situaza nel mezzo dei Campi Fregrei, degli stessi è il cuore.
Sale e scende sul livello del mare, in relazione al bradisismo sotterraneo da cui è dipendente: moti continui ed impercettibili ne spostano continuamente gli equilibri. I puteolani sanno che prima o poi il porto dovrà spostarsi così come si spostò anni addietro perché il mare potrebbe inghiottirlo o allontanarlo e le barche, le attività commerciali, le abitazioni e la città tutta dipendono da quel moto silenzioso che ne decide i destini.
Il porto di Pozzuoli è piccolo ma efficace. Da lì partono numerosi traghetti e aliscafi diretti alle isole dei vicini arcipelaghi. La zona portuale è vivace e sempre molto frequentata, una melting pot di gente e destini.
Molto bello è anche il lungo mare, tra l’altro recentemente ampliato. Su di esso si affacciano numerosi baretti, ristoranti e pizzerie che lo rendono punto nevralgico della movida puteolana.
Ma a Pozzuoli non si va solo per mangiare, fare aperitivo e passeggiare. Sono molti i punti di interesse che il turista non deve lasciarsi scappare.
Chi ha qualche nozione di letteratura, ha sentito parlare del lago Averno che Virgilio designò quale porta degli inferi a causa della sua collocazione nel cratere di un vulcano inattivo e delle sue acque plumbee e melmose. L’altissima concentrazione di zolfo presente in quelle acque ha fatto sì che fin dall’antichità gli uccelli che si trovassero a transitare nei pressi del lago morissero quasi immediatamente. Da lì il nome di Averno, ossia senza uccelli. L’atmosfera è suggestiva e nonostanze lo zolfo e le acque fangose, l’atmosfera non è né tetra né spettrale, merito del verdeggiante girolago in cui i turisti possono passeggiare e gli abitanti del posto fare jogging.
Altra tappa da non saltare è quella ai vulcani. Andare a Pozzuoli senza vedere la Solfatara, vulcano più importante del comprensorio dei Campi Flegrei, corrisponde ad andare a Roma senza vedere il Papa!!. Visitare la Solfatara vuol dire immergersi in un’oasi naturale verdeggiante e sulfurea. Passeggiando lungo viali alberati si giunge al suddetto vulcano.
Qui si può assistere a due fenomeni molto caratteristici: la condensazione del vapore ed il rimbombo del suolo. Avvicinando una fiammella ad una delle fumarole del vulcano, i vapori si addenseranno progressivamente intorno a nuclei di condensazione offrendo un effetto ottico molto suggestivo. Inoltre, facendo cadere un piccolo sasso in alcuni punti del vulcano si produrrà un suono sordo dovuto alle microfessure sotterranee prodotte dai gas delle fumarole. Interessanti da visitare sono anche la Fangaia, le saune naturali, la bocca grande e il pozzo dell’acqua minerale.
Consiglio anche una sosta all’oasi di Montenuovo per vedere il vulcano più giovane d’Europa
Pozzuoli vanta ben due anfiteatri, uno accanto all’altro: l’anfiteatro Flavio e l’anfiteatro minore augusteo. L’anfiteatro augusteo, più antico, è oggi quasi completamente distrutto: a stento se ne riconosce il perimetro. L’anfiteatro Flavio, invece, ben conservato anche grazie alle ceneri delle eruzioni del Vesuvio, è il terzo anfiteatro al mondo per grandezza ed il meglio conservato. I suoi sotterranei sono un eccellente dimostrazione della perizia degli architetti romani dell’epoca.
Il tempio di Serapide, anche denominato Macellum, è uno dei centri termali più importanti dell’antichità. La visita al tempio è imprescindibile perchè consente di avere una idea precisa degli effetti del bradisismo sulla città e sulla sua architettura.
Del comprensorio puteolano fanno parte anche l’acropoli di Cuma e l’antro della sibilla cumana in cui la profetessa svelò ad Enea il suo destino.
E per gli amanti delle architetture folli ed impossibili c’è il Molo di Caligola fatto costruire dallo stesso imperatore che desiderava andare a cavallo sul suo destriero da Pozzuoli fino ad Ischia!!
I cattolici, ancor meglio se praticanti, dovranno infine assolutamente recarsi al Santuario di San Gennaro per vedere la pietra su cui il santo fu decapitato. Pare che il 19 settembre, giorno dedicanto a San gennaro, così come nel Duomo di Napoli avviene il miracolo del sangue che si scioglie nell’ampolla, nel santuario di San Gennaro a Pozzuoli il sangue su quella pietra cambi colore ravvivandosi.
Arte, storia, geologia, letteratura e movida: tutto in un’unica citta: Pozzuoli, semplicemente.
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