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Questo articolo è stato aggiornato il Marzo 27, 2014
Ivo Andrić l’ha chiamata “città di pietra” e una definizione migliore non poteva esserci: Pocitelj sembra essere nata proprio dalla montagna su cui è arroccata, come se ogni edificio si fosse fatto strada tra le fitte piante, i cui vecchi tronchi hanno lo stesso colore grigiastro dei muri. Arrivare davanti a questo villaggio, situato sulla riva destra del fiume Neretva, è come guardare in volto una persona anziana, col viso solcato da rughe, ciascuna delle quali racconta una parte della sua storia.
Pocitelj è un piccolo paese, a meno di 30 km da Mostar, che credo sia una tappa “obbligata” per chi sta visitando l’Erzegovina. Ha alle spalle una lunga storia da città fortificata ed ha rivestito un ruolo di grande importanza strategica durante il periodo medievale sotto il dominio ungherese; durante l’occupazione ottomana vennero invece costruiti gli edifici protagonisti della vita pubblica, come le moschee, l’hammam e i bagni turichi, le scuole (Makteb e madresa) e la torre dell’orologio. Ora riusciamo a intravedere però solo una parte della bellezza originaria di questo luogo perché pur essendosi mantenuto quasi intatto fino al secolo scorso, la guerra degli anni ’90 ha fortemente danneggiato molti di questi preziosi edifici.
Quando noi siamo arrivati abbiamo trovato una signora che vendeva coni di frutta fresca, essiccata o secca in un cestino e durante una giornata estiva come quella non poteva che essere il migliore benvenuto. Un passo dopo l’altro, su queste strade lastricate anche loro di pietra grigia, ci siamo addentrati in stretti sentieri che passano sotto portici e diventano scale per inerpicarsi su fino alla Moschea Hadži Alija. Questo edificio risale a metà ‘500 ed è stato più volte restaurato, gli ultimi lavori sono iniziati nel 2002 ed hanno riportato alla luce cupola e minareto, distrutti dalle bombe della guerra nel 1993, ciò che rimane dell’antica moschea si trova nello spiazzo davanti all’ingresso, quasi a voler ricordare la ferita subita e come monito alla memoria.
Accanto a questa si trova un edificio in stile turco che dagli anni ‘60 ospita l’International Art Colony di Pocitelj: dove artisti da tutta la nazione e dal resto del mondo si rifugiano per confrontarsi, vivere e lavorare in spazi a loro dedicati; i visitatori possono passeggiare nella galleria con le opere degli ospiti e rilassarsi nel cortile antistante. Non abbiamo fatto in tempo invece a visitare la Fortezza che sovrasta il paese e ci siamo accontentati di guardarla dal basso, ma salendo fino a lassù la vista sul paesaggio circostante dev’essere davvero mozzafiato e ripagare della fatica.
Pocitelj è un puntino sulla mappa, è un paesino talmente piccolo che basterebbe mezz’ora per attraversarlo tutto, perdendo tempo anche a scattare qualche fotografia, ma penso che meriti molto di più: una passeggiata lenta, sedersi sotto un albero di melograni e mangiare qualche fico secco, salire al Forte per vedere la Neretva scorrere, fermarsi a guardare opere di artisti sconosciuti, accarezzare il tronco dell’albero secolare di fronte alla Moschea. E’ un luogo da cui farsi avvolgere, di cui respirare la quiete e in cui ascoltare il passato che rimane tutt’ora incastrato tra le pietre.
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