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Pechino da non perdere: Torre della Campana e del Tamburo

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In uno dei quartieri storici e più belli di Pechino, il quartiere Gulou, si trovano due torri, la Torre della Campana e la Torre del Tamburo. Visitabili con pochi yuan, racchiudono leggende e curiosità della città cinese.

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Questo articolo è stato aggiornato il Agosto 5, 2014

Situate nel distretto di Dongcheng, la torre della Campana e la torre del Tamburo sono due simboli della città di Pechino, da sempre coinvolte nella vita cittadina, avendo scandito con i loro suoni il ritmo delle cerimonie ufficiali fino al regno dell’ultimo imperatore Puyi, nel 1924. Le torri della Campana e del Tamburo si guardano l’una di fronte l’altra.

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La prima, ricostruita in pietra nel 1747 dopo essere stata distrutta da un incendio, la seconda, imponente pagoda dal colore rosso che predomina sulle pareti e dai fregi decorativi in verde smaltato. Il biglietto cumulativo vi permetterà di entrare in entrambe le torri per pochi yuen. Intorno a voi, quartieri caratteristici e vecchi di Pechino, magari da scoprire accettando di salire su uno dei tanti risciò che vi proporranno una corsa. In quel caso, ricordatevi sempre di contrattare sul prezzo.

Le torri della Campana e del Tamburo racchiudono ognuna due tesori e due importanti parti di storia cinese. Ma per raggiungere la cima bisogna avere buon fiato e buone gambe. Ebbene si, all’inizio si sottovaluta la salita in quanto le due torri non appaiono altissime dall’esterno. Ma non appena varcato l’ingresso, il tunnel che si presenta agli occhi del viaggiatore è davvero ripido e zeppo di scalini irregolari.

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A meno che non siate degli scalatori o sportivi provetti, si arriva su con un po’ di fiatone e la discesa, per chi soffre di vertigini, è da fare rigorosamente poggiati al corrimano senza guardare troppo in basso. Tuttavia, una volta giunti in cima, lo sforzo assume il suo valore e ci si può sedere ammirando una vista di Pechino dall’alto tra le più suggestive, con la vita che scorre sotto tra casette basse e grigie e macchioline di rosso dei tettucci dei risciò, che camminano come formichine indaffarate.

Torre del Tamburo

Arrivati in cima alla Torre del Tamburo, potrete rivivere lo spettacolo dei 24 tamburi, ormai ristrutturati, che suonano con altrettanti suonatori in abiti tradizionali, ogni mezz’ora. Il suono è forte, ritmico, antico e vi riporterà indietro a quando durante la notte, in Cina, venivano battuti colpi di tamburo ad intervalli regolari per scandire gli impegni degli ufficiali militari ed amministrativi. Bastava un suono per farli scattare pronti a radunarsi davanti la porta Meridiana della Città Proibita, prima di iniziare a marciare nell’imponente palazzo imperiale.  Gli spettacoli si tengono dalle 9 alle 17.

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Torre della Campana

La Torre della Campana, invece, contiene la grandissima campana in bronzo, il cui suono si sentirebbe fino a 20 chilometri di distanza. La leggenda nata sulla costruzione di questa campana è scritta proprio accanto ad essa e naturalmente prende spunto dalla severità dell’Imperatore che commissionò l’opera ad un ufficiale che per più di un anno non riuscì a realizzarla. La figlia dell’ufficiale, per evitare al padre rimproveri e punizioni, si sacrificò gettandosi nel piombo fuso commuovendo gli dei e facendo finalmente realizzare la campana perfetta.  L’imperatore ne fu più che soddisfatto elevando al rango di dea la coraggiosa ragazza.

Ci sono tante altre storie legate alla campana, così come a molti altri simboli di Pechino. La Cina, antica terra di miti e leggende, ha davvero molto da raccontare.

Foto di Benjamin Vander Steen康伦 刘JanTom Thai

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Informazioni sull'autore
Scrittrice compulsiva, musicista da strapazzo, viaggiatrice instancabile. Laureata in Musica e Spettacolo adora i gatti, il suo compagno di viaggio e di vita ed il suo pianoforte. Dalla provincia di Roma, dove vive, ama scoprire il mondo a partire dai tesori nascosti a pochi chilometri da lei, fino alle latitudini più estreme del Pacifico, passando per la sua adorata Inghilterra con sosta obbligata a Londra, che torna a trovare almeno una volta l’anno. Da sempre orientata verso la filosofia low-cost, per necessità ma anche perché pensa che viaggiare di più e meglio spendendo di meno sia una scelta stimolante e responsabile.
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