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Questo articolo è stato aggiornato il Febbraio 27, 2015
Raramente torno così spesso nella stessa città. La mia idea di viaggio è quella di cambiare spesso metà, aprire nuovi orizzonti e scoprire altri luoghi. In tutto questo c’è un’unica eccezione: Parigi.
Negli ultimi anni per svariati motivi ci sono capitata spessissimo, tanto da poter chiamare “il solito posto” un ristorantino vicino al Centre Pompidou o poter consigliare ad amici quella bella strada per scendere da Montmatre.
Il motivo di tanta attenzione ? Credo che sia amore a prima vista. Anzi ancora prima della vista quando, da ragazzina, come una moderna Madame Bovary, sfogliavo le guide sulla capitale francese non vedendo l’ora di camminare per i grandi boulevard o per i vicoli del quartiere latino.
E dopo la prime visite e gli itinerari noti, fatti di Torre Eiffel a tutte le ore, di sale del Louvre anche le più disparate e di sguardi ammirati a Notre Dame ho scoperto che sono altri i posti dove amo ritornare.
I Passaggi coperti
I passaggi coperti, costruiti alla soglia della rivoluzione industriale, in ghisa e vetro, sempre illuminati, consentivano il passaggio tra le varie vie si poteva curiosare tra le vetrine, ristorarsi in un caffè o pranzare in una brasserie senza cedere alle intemperie, alle prime forme di inquinamento o al rumore dei grandi Boulevard.
Le gallerie si snodano in mezzo ai grandi palazzi della riva destra della Senna e in breve itinerario sono capaci di soddisfare gli amanti dello shopping, con negozi originali e sorprendenti e gli esperti di storia che rimangono colpiti dalle particolari architetture in perfetta tradizione art Nouveau.
Il miglior modo per iniziare la scoperta dei passaggi e quello di raggiungere rue du Faubourg Montmartre (metro Le Pelletier) e imboccare il passage Verdeau che racchiude librerie, negozi di gioielli e piccole gallerie d’arte. Attraversando rue de la Grande Bateliere, si penetra, poi, nel lungo passage Jouffroy. Qui gli occhi si perdono tra le numerose insegne, le decorazioni d’epoca e la copertura di vetro che lascia entrare abbondantemente la luce.
Se si è in vena di una pausa golosa questa galleria contiene al suo interno la pasticceria Le Valentin, dove si può sorseggiare thè da accompagnare con tortine monoporzione o con i coloratissimi macaron.
Imboccando invece il boulevard Montmartre, si arriva al passage du Panorama così chiamato perché un tempo il suo ingresso era abbellito da due rotonde con grandi quadri panoramici rappresentanti città straniere come Londra o Roma; una sorta di finestra sul mondo.
Il passaggio è, oggi, molto frequentato da collezionisti di francobolli e cartoline che trovano in questo luogo vari negozi dedicati alla loro passione.
Uscendo dal passaggio Panorama si giunge alla famosa galerie Vivienne che, tra l’altro, accoglie anche l’atelier Jean Paul Gautier, di cui riconoscerete immediatamente la vetrina per l’inconfondibile stile marinaio. Questa galleria è considerata come la più lussuosa della città e le sue prestigiose decorazioni fatte di archi, sculture e ornamenti la rendono unica.
Usciti dalla galleria Vivienne, si accede al passaggio Perron che vi permetterà di penetrare nel Palais Royal sotto i cui portici si snodano le vetrine della grandi case di moda internazionali, o quelle di antiquari che vendono libri antichi. Da non perdere nel piccolo giardino lo spettacolo dei bambini che giocano a nascondino tra le colonne o gli anziani signori intenti nelle loro partite a la petanque.
Per i nostalgici, i romantici e per tutti coloro che sognano una Parigi di altri tempi, les passages couverts permettono di fare un salto indietro e assaporare la magia della Ville Lumière dei primi dell’800.
Il Marais
Il Marais, negozi di lusso, boutique di giovani designer si incontrano con le comunità etniche provenienti da tutto il mondo, in uno spazio architettonico da “vecchia Parigi” dove si vedono ancora i segni del ghetto ebraico e dove si può passeggiare in un delle piazze più monumentali della città: Place des Vosges.
Place des Vosges è stato ed è il cuore pulsante del Marais. Dal 1605 data della sua costruzione ospitava le dimore dei nobili, come Richelieu e Victor Hugo ed oggi hanno sede in questa piazza uffici pubblici, biblioteche, musei e bristrot alla moda.
Rue de Rosiers e Rue de la Sainte Croix de la Breton invece sono il centro del Marais ebraico dove i negozi di gastronomia Kosher e le librerie ebraiche si alternano alle boutique dei giovani stilisti e alle botteghe degli antiquari.
Se siete amanti della cucina etnica non potete non fermarvi, pazientando in coda, all’As du falafel in Rue des Rosiers e mangiare i falafel, appunto, più buoni della città.
Il quartiere, inoltre, è caratterizzato da piccole viuzze piene di gente, antiche sinagoghe, vecchie palazzine e portali di case veramente interessanti, è senza dubbio bello lasciarsi andare senza metà e assaporare l’atmosfera un po’ retro di questa parte di città così ricca di storia.
La Defence
La prima volta che ci si trova a Parigi e si sale su una delle sue torri o su qualche bella terrazza capita di vedere in lontananza una serie di palazzi molto moderni e uno strano arco quadrato.
Basta prendere la metro gialla per raggiungere La Dèfense, il quartiere che a partire dal dopo guerra è diventato il polo commerciale e economico dell’Ille de France e dove si trova il Grand Arche.
Tutto intorno all’Esplanade spuntano i grattacieli di vetro e acciaio, le fontane futuristiche, le iper tecnologiche sede di banche e multinazionali, e sculture astratte che sembrano estranee all’idea parigina alla quale sempre pensiamo.
La prima cosa da vedere è il Grand Arche che con la sua struttura imponente sovrasta tutto il quartiere, ed è stato costruito in linea d’aria con l’arco di Trionfo e l’Arc du Carrousel in una sorta di continuità spazio temporale con il resto della città. Meraviglioso no?
Il consiglio è quello di sedervi sulla scalinata con il naso all’insù e perdervi negli schemi geometrici della sua architettura o guardare in lontananza e scorgere tra gli archi la piramide del Louvre.
Scesi dalla scalinata dell’Arco lasciatevi conquistare da tutte le meraviglie dell’Esplanade dando un’occhiata dalla scultura di Mirò, osservando le straordinarie strutture che la circondano o passeggiando ai margini della centralissima fontana o nel curatissimo spazio verde.
E visto che c’è sempre una prossima volta voi cosa mi consigliate di visitare a Parigi?
Post di Philippe Payart, Mark Fischer, ParisSharing, faungg’s photo, Cesar Reñones Dominguez, Jean-Marc Digne
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