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Questo articolo è stato aggiornato il Luglio 1, 2014
Padova non si lascia scoprire in sole 24 ore. Una selezione è dunque d’obbligo e, in cima alla lista, non può che esserci la Cappella degli Scrovegni, celebre cupola affrescata da Giotto, capolavoro della pittura italiana trecentesca, fiore all’occhiello della città. La Cappella è aperta ogni giorno dalle 9 alle 19 (da marzo ad ottobre, l’apertura è prolungata fino alle 22) e le visite durano circa venti minuti. Il biglietto è di 13 euro e consente l’accesso anche ai Musei Eremitani e a Palazzo Zuckermann (è consigliata la prenotazione).
Dopo essersi ubriacati del blu giottesco, per rimettersi in sesto, la pausa ideale è quella al caffè Pedrocchi, nella piazzetta omonima, il più antico caffè cittadino, eretto nel 1831, ritrovo di artisti e intellettuali, che consente ancora a turisti e viaggiatori di accomodarsi nel suo elegante ingresso e godere del centro della città, senza obbligo di consumazione. L’appuntamento è all’incrocio tra piazza delle Erbe e piazza della Frutta per chi voglia, invece, accomodarsi nel “Salone”. Così viene familiarmente chiamato il palazzo della Ragione, un tempo sede della giustizia patavina, oggi contenitore d’arte contemporanea, dalla superficie completamente affrescata (biglietto 8 euro). Non resta che scendere “sotto il salone”, invece, per una passeggiata che profuma di spezie e di buono, lungo i “porteghi” e il “voltone” del palazzo, dove brulica ogni giorno il più antico mercato coperto di Padova, con salumi, formaggi, pesci, pane, pasta, caffè, da tutte le regioni d’Italia, il posto ideale per mescolarsi ai padovani doc, per i quali fare la spesa è un rituale quotidiano.
Per rifocillarsi dopo il grand tour culturale, e assaporare il lato più piacevole della patavinità, mescolatevi tra gli indigeni e regalatevi il vostro spritz quotidiano, un vero e proprio rito in città, allestito in tutte le piazze poco prima del tramonto. L’aperitivo più gettonato è sicuramente quello del Bar Nazionale, in piazza delle Erbe, grazie ai suoi celebri tramezzini, consigliatissimi quello al cappuccio bianco, prosciutto bianco e mozzarella o quello ricotta e spinaci servito caldo. Sempre nelle piazze, ci sono poi i celebri “folpari”, venditori ambulanti di “folpi”, ovvero polpi e moscardini bolliti o fritti, il più genuino tra gli street food cittadini. Per chiudere, un ultimo goccio di bianco è d’obbligo nelle stradine del ghetto ebraico dove, sotto i portici, i locali brulicano fino a notte fondaIl padovano doc si riconosce dalla colazione.
Per cominciare le nostre 24 ore da veri patavini, l’appuntamento è in piazza del Duomo, ai tavolini del caffè omonimo, per la tradizionale brioche a ferro di cavallo, farcita di confettura, imitata, invano, da molti altri bar della città. Da qui, una passeggiata lungo via Umberto I è d’obbligo, per immergersi nei ritmi movimentati della mattina e divertirsi a trovare qua e là gli stencil di Kenny Random, celebre street artist padovano che ha regalato alla sua città decine delle sue opere. Alla fine della strada, lo slargo di Prato della Valle, tra le piazze più grandi d’Europa con le sue 78 statue, si apre allo sguardo e si fa abbracciare in tutta la sua maestosità. È consigliabile perdere il resto della mattinata da queste parti e rendere omaggio al “Santo”, come lo chiamano i padovani, con una visita alla Basilica di Sant’Antonio e ai quattro chiostri fioriti all’interno.
Se è sabato, poi, ci si può trastullare tra le bancarelle del mercato comunale, alla ricerca di qualche buon affare. Dalla chiesa, il passo è breve per avventurarsi nell’Orto Botanico (aperto tutti i giorni, biglietto 5 euro), il più antico del mondo, patrimonio dell’umanità. Per pranzo, come assaggiare il meglio della cucina locale e rimanere leggeri? La soluzione è La Gourmetteria (al civico 23 di via degli Zabarella), dove i piatti della tradizione sono reinterpretati in chiave originale. Non mancano, infatti, bigoli e gallina padovana, ma anche ricette vegetariane e una fornitissima scorta di prodotti artigianali e tipici di tutta Italia.
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