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Questo articolo è stato aggiornato il Febbraio 8, 2016
Si dice che il dilatarsi o il restringersi delle pupille riveli molti aspetti del pensiero. Chissà cosa stanno facendo le vostre mentre leggono la parola India.
Per un viaggiatore o un turista, l’India crea sempre reazioni contrastanti, soprattutto se non ci si è mai stati. Personalmente l’ho visitata diverse volte, quindi, se per qualsiasi motivo un viaggio in questa parte di mondo vi spaventa e lo state rimandando, vi consiglio di visitare il Kerala per un approccio più graduale al paese.
Stato dell’India meridionale, nell’estremo punto sud occidentale, il Kerala ha circa 600 chilometri di coste bagnate dal Mare Arabico. Per raggiungerlo dall’Italia avete diverse possibilità: prendere un volo diretto fino a Trivandrum (la capitale), oppure volare su una delle città più importanti dell’India e spostarvi con un volo interno o mezzi alternativi.
Per questo viaggio ho scelto di volare fino a Mumbai, poiché non l’avevo mai vista, e dopo tre giorni proseguire con un volo interno in Kerala. Ovviamente se avete molto tempo a disposizione, la cosa migliore sarebbe muoversi via terra: l’India vi regalerà emozioni diverse al prezzo di un solo biglietto aereo e usare i mezzi locali (treno e/o bus) cambierà il vostro viaggio sotto tutti i punti di vista. Per questo tour in India del sud avevo due cose contro di me: il tempo (14 giorni totali inclusi i voli) e il periodo delle vacanze di Natale; quindi è stato questo l’unico viaggio indiano in cui ho prenotato tutti gli spostamenti e i pernottamenti dall’Italia per tenere sotto controllo il budget e non avere sorprese a causa dell’alta stagione.
Giorni effettivi di viaggio: dieci (Mumbai e Kerala)
Il mio tour è stato molto classico e ho dovuto fare delle scelte, suddividendo il tempo in Kerala in questo modo: tre giorni a Kochi, due a Munnar e gli ultimi due giorni ad Alleppy per realizzare un piccolo sogno e fare una mini crociera lungo le acque interne, le famose backwaters, un mondo sull’acqua fatto di lagune, laghi e canali.
Tutti gli spostamenti fra una località e l’altra sono stati effettuati in auto privata. Procediamo con ordine: a Kochi abbiamo trascorso i primi giorni in un grazioso alberghetto vicino alla spiaggia, per riposarci e guardarci intorno meravigliati. Questa parte dell’India è molto più rilassante e pulita del Rajastan in cui avevo fatto il mio primo viaggio due anni prima. Ragion per cui l’ho trovata molto semplice sia da girare che come impatto psicologico, visivo e uditivo.
La regione è famosa anche per i massaggi ayurveda. Quasi tutti gli hotel vi proporranno pacchetti con diversi tipi di trattamento e, ovviamente, me ne sono regalata uno. Questo è stato anche l’unico posto in India in cui me la sono sentita di noleggiare una biciletta (io però non sono una grande temeraria quindi non conto).
Potrete più facilmente evitare il traffico, che non è lontanamente paragonabile a quello di New Delhi, e allontanarvi dalla costa per osservare la vita locale fra palmeti e case tradizionali. Girare in bici a dicembre, a maniche corte, circondata da decorazioni natalizie, palme e noci di cocco, è stato per me molto surreale e affascinante.
Qui la maggior parte della popolazione è cristiana, per cui potrete ritrovare molti aspetti del nostro Natale rivisitati all’indiana con, a volte, risultati tra il comico e il trash. Se ci andrete capirete il perché. Dopo tre giorni, siamo partiti alla volta di Munnar in auto (140 chilometri circa) per passare dalla spiaggia e il caldo ad una frizzante aria di montagna con vedute spettacolari sulle piantagioni di the. A Munnar abbiamo comprato le spezie migliori di tutto il viaggio e assaggiato diversi tipi di the, fatto passeggiate rilassanti, visto cascate e parchi naturali: un’altra India.
La mattina del 31 dicembre, sempre in auto, siamo partiti prestissimo alla volta di Alleppey, per passare l’ultimo dell’anno in houseboat. Sottolineo che noi abbiamo fatto questa scelta ma le crociere si possono fare tutto l’anno. L’unica escursione per cui mi sono affidata a un’agenzia locale è stata proprio questa mini crociera; si tratta della Allepey Backwater Tour Company.
Una volta scelto dal sito il pacchetto che vi interessa, potete prenotare direttamente via mail: non essendo possibile pagare con carta di credito, mi hanno chiesto un acconto tramite bonifico, ma le commissioni sulla transazione internazionale risultavano essere più alte dell’acconto stesso, ragion per cui, dopo una lunga trattativa, mi è stato concesso di pagare tutto in loco al mio arrivo. Ovviamente questo ha comportato un grande atto di fiducia da entrambe le parti.
A pochi chilometri dall’arrivo al molo di Alleppey per il check/in sulla barca (previsto alle ore 11.30) mi ha contattata l’agenzia solo per chiedermi se desideravamo mangiare pesce o carne e/o avevamo esigenze particolari poiché stavano andando a fare rifornimento. Sono stati molto disponibili e attenti.
Una volta arrivati, non farete fatica a trovare l’ufficio predisposto; si trova proprio di fronte a tutte le houseboat pronte a partire. Vi faranno accomodare in uno stanzino in cui sbrigherete le ultime formalità: passaporto e contanti alla mano!
Il costo per trascorrere 24 ore sulla houseboat (due persone) è stato di 170 euro. Nel pacchetto è incluso: il personale di bordo, un timoniere e un cuoco, che saranno con voi tutto il tempo e saranno discreti e sorridenti; tutti i pasti (un pranzo, una cena, la colazione del giorno dopo), frutta, the, acqua e caffè durante tutta la navigazione a richiesta. Vi riporteranno al punto di imbarco verso le 12 del giorno successivo.
Io ero eccitatissima e curiosa e mentre preparavano quella che sarebbe stata la nostra dimora sull’acqua, ci hanno fatti salire e curiosare. Queste bellissime case galleggianti si sviluppano in lunghezza, dai 18 ai 27 metri circa, e sono costruite totalmente in legno. Nascono originariamente come chiatte da lavoro per i mercanti, che un tempo le utilizzavano sia per lavorare che come casa.
La nostra aveva nella parte centrale una camera da letto con bagno privato; a poppa una cucinotta minuscola, una stanza più piccola per il personale di bordo e un lavandino comune per tutti lungo il corridoio. Lo spazio più ampio e più bello era destinato al salotto, a prua, arredato con il tavolo, le sedie e due poltrone disposte lungo i lati della barca, una di fronte all’altra. Ad eccezione della nostra camera da letto e dei locali a poppa, il salotto rimane totalmente aperto, privo di pareti, per cui la visuale sui canali è perfetta. Qui abbiamo trascorso praticamente tutto il tempo osservando scorrere il paesaggio e la vita sull’acqua di chi vive lungo i canali. Sappiate dunque che questo tipo di escursione non è adatta a chi si annoia facilmente e non riesce a stare fermo almeno ventiquattro ore.
All’inizio si parte tutti insieme e si incrociano altre imbarcazioni, ma poi si devia lungo canali più isolati e all’improvviso vi sembra di essere seduti alla finestra: intorno a voi un sussegurisi di piccoli villaggi, palme, donne che strofinano i vestiti e sciacquano i piatti, bambini in divisa scolastica che corrono all’uscita da scuola, cormorani che popolano la natura fluida delle acque.
Viene servito il pranzo (squisito e abbondante come saranno tutti i pasti) e la navigazione continua, c’è molto silenzio anche fra di noi, in maniera spontanea, quasi a sancire un tacito accordo. Verso l’ora del tramonto ci fermiamo in un canale più grande, i pescatori gettano le reti perchè è vietato navigare fra il tramonto e l’alba, siamo vicino a un villaggio, ceneremo e passaremo la notte qui. Man mano arriveranno anche le altre houseboat partite da Allepey qualche ora prima insieme a noi.
Portatevi una pila; a me è servita perchè la luce va via presto e avrete voglia di scendere dalla barca per un giretto perlustrativo: sorrisi, casette, verde rigoglioso, orti e ancora vita fino a che il buio non riveste tutto.
Non ho dormito molto quella notte, non volevo che finisse, in compenso ho finito un libro di 500 pagine; portatevene uno, insieme alle carte o alla settimana enigmistica, un binocolo, una macchina fotografica con un ottimo zoom e una buona crema solare, perchè il sole è forte e perenne in questa stagione.
Dopo la colazione del mattino successivo, si ritorna lentamente e dolcemente ad Alleppey. Per noi era il primo gennaio e i nostri nuovi amici, il cuoco e il timoniere, ci hanno chiesto di lanciare dei fiori in acqua per iniziare l’anno nuovo, un gesto propiziatorio, un rituale. Ricordo che ho espresso un desiderio, non ricordo quale, ma doveva essere qualcosa di bello.
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