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Questo articolo è stato aggiornato il Febbraio 8, 2016
Quando la nostra voglia di viaggiare è incontenibile ma il tempo non è nostro amico, è cosa buona e giusta scegliere un itinerario strategico che ci dia l’illusione di cogliere l’essenza di un continente vasto come l’India. Il Triangolo d’Oro potrebbe essere il vostro preludio all’India del Nord.
Personalmente ho effettuato questo giro nell’arco di un viaggio complessivo di tre settimane facendo il tour del nord del paese ma se avete a disposizione solo una decina di giorni o anche meno (otto giorni) potrete concentrarvi sulle tre città che caratterizzano il Triangolo d’Oro partendo da Delhi, capitale ricca di incredibili contrasti, per passare ad Agra, in cui si trova il monumento all’amore più famoso al mondo, il Taj Mahal, e finire a Jaipur, vibrante di colori e sede di meravigliosi palazzi reali.
Agenzia o fai da te?
Una volta prenotato il volo e ottenuto il visto, dovrete decidere se affidarvi ad un tour organizzato o muovervi in autonomia. Se non siete viaggiatori alle prime armi non avrete alcun problema a muovervi indipendentemente, magari organizzando in loco i vari spostamenti appoggiandovi all’hotel o alla guesthouse in cui alloggerete: non dimentichiamo che questa zona dell’India è decisamente turistica, quindi molto strutturata per offrire servizi diversi e per ogni budget. Se invece preferite affidarvi a un’agenzia e non pensare a nulla, per risparmiare vi consiglio di contattare diversi tour operator indiani e farvi mandare più preventivi (unica condizione: parlare inglese) per accordarvi sul giro da effettuare, gli hotel, il budget etc. Un’agenzia che consiglio è la Sharp Travel.
Periodo
Questo itinerario si può idealmente effettuare in ogni periodo dell’anno; ci sono stata sia ad agosto sia a dicembre e in entrambi i casi ci sono stati aspetti negativi e positivi. L’umidità e il caldo (a volte con qualche acquazzone serale) opprimente di agosto sono davvero insopportabili, non lo nego, ma a tutto si sopravvive soprattutto se non puoi scegliere il periodo in cui viaggiare. A dicembre l’unico neo è stata la nebbia, una nebbia perenne che ha provocato grossi ritardi ai treni ma soprattutto, durante la visita al Taj Mahal, la coltre era così fitta che la mia compagna di viaggio purtroppo non ha fra i suoi ricordi l’immagine da cartolina dell’ingresso al complesso, con il Taj che si staglia sullo sfondo in tutta la sua imponenza. Ricordo che ho io seppur con l’umidità indecente di agosto.
Lato positivo: avrete un’ottima scusa per giustificare un ritorno in India. Lato negativo: nessuno, state facendo un viaggio in uno dei continenti più indescrivibili di sempre: questa cosa la ricorderete ridendoci su.
Itinerario:
Delhi – La prima città che ho visitato in India, un impatto duro, forte, accompagnato da una sola domanda in testa: “Dove diavolo sono finita?”. Città che mi ha definitivamente battezzata. In India adoro spostarmi in tuc-tuc e non farete fatica a trovarli fuori dal vostro hotel. Solitamente dopo la necessaria contrattazione con il driver, si pattuisce una cifra che vada bene a entrambi per farsi portare in giro tutto il giorno. Ottima cosa fra l’altro per quando uscirete fuori da ogni sito, perché sarete assaliti dagli altri autisti che terrete a bada dicendo che avete già il “vostro”.
Partite dalla città vecchia, un inno all’architettura moghul: il Forte Rosso, i suoi vicoli e i colorati bazar. Visitate la Grande Moschea Masjid, in arenaria rossa di Shahjahanabad che è la più grande dell’India.
Fate un salto al al Raj Ghat, il mausoleo del Mahatma Gandhi che si trova in un parco con fontane e alberi esotici. Si tratta di una semplicissima piattaforma quadrata in marmo nero, qui potrete rilassarvi un pochino e riprendere fiato dal traffico infernale e dai rumori assordanti. Ne avrete bisogno! Non dimenticate di farvi portare anche nella nuova Delhi per ammirare il palazzo del governo, l’India Gate e la residenza presidenziale, il Mausoleo di Humayun e il Minareto di Qutab. Qui vedrete anche molte famiglie indiane in visita e a me era piaciuto moltissimo osservarli muoversi nei loro eleganti e colorati abiti.
Gli ingressi per tutti i siti hanno prezzi diversi per turisti e indiani (che pagano molto meno) e la macchina fotografica ha sempre un costo a parte!
Agra – Dista da Delhi circa 240 chilometri. Potrete percorrerli in qualsiasi modo: treno, bus, volo interno, auto privata. A voi la scelta. Ricordate che i treni vanno prenotati prima e sono stati, per me, una delle parti più emozionanti del viaggio anche se mi hanno messa a dura prova fisicamente e psicologicamente. In ogni caso lo rifarei! La prima volta Agra non mi era piaciuta per niente, avevo visto il Taj ed ero letteralmente fuggita; la seconda volta l’ho rivalutata ed è andata decisamente meglio.
Per la visita al Taj (chiuso il venerdì) scegliete l’ora che preferite per vederlo nella luce che avete immaginato fin dalla vostra partenza; ci sono tre botteghini, a sud, ovest ed est del complesso, in cui è possibile acquistare i biglietti dall’alba al tramonto. Per noi il biglietto ha un costo di 10,50 Euro circa, gli indiani pagano circa 20 centesimi.
Sarete sicuramente fermati da chi si propone come guida; se volete essere certi di avere una guida professionale rivolgetevi preventivamente all’India Tourism Office di Agra. Di solito ad Agra ci si ferma molto poco ma in realtà, se potete passare qui almeno due giorni, visitate il Forte rosso, patrimonio mondiale dell’Unesco e un piccolo gioiello, la tomba di Itimad-ud-Daulah, conosciuto meglio come Baby Taj.
Forse per alcuni dirò un’eresia ma personalmente mi è piaciuto molto di più del suo famosissimo fratello. Vi regna una pace indiscussa e un’atmosfera raccolta, sia nel giardino che lo circonda sia all’interno del mausoleo ci sono molti meno turisti ed è un capolavoro di dettagli in marmo ed eleganza bianca. Qui avrei passato il pomeriggio intero se avessi potuto.
Jaipur – Dista da Agra circa 5 ore in auto per 239 chilometri ma prima di arrivarci fate una piccola sosta a Fatehpur Sikri, bellissimo esempio di città murata moghul, un misto di stile islamico e indù. Unica nota negativa: i venditori ambulanti, qui sono stati talmente insistenti da risultare davvero fastidiosi e mi hanno fatto venire voglia di fuggire! A parte questo, la cittadella è molto ben tenuta e vale sicuramente una visita anche il mercato attraverso cui sono passata prima di raggiungerla mi ha regalato come sempre grandi sorrisi e mille colori. C’erano moltissimi dolci e i venditori mi hanno fatto assaggiare moltissime prelibatezze. Mi sono incantata a guardarli friggere, impastare, arrotolare… il tutto sempre con grande maestria e manualità eccezionale.
Jaipur non vedevo l’ora di vederla perché definita la Città Rosa. Questo colore è dato dal fatto che il centro storico è dipinto in un unico colore rosa-terracotta. Anche qui non manca un forte: parlo di quello di Amber dalla cui cima potete godere di una vista spettacolare degli splendidi giardini sottostanti e della valle. Molti raggiungono la cima in elefante, scelta per me discutibilile e da boicottare. Per la visita al forte di Amber considerate che vi servirà almeno una mattinata intera, perchè si trova a una quarantina di chilometri da Jaipur.
Di rientro in città, gironzolate nei bazar cittadini. Qui ho comprato le stoffe più belle. Impazzirete per la scelta: prodotti artigianali, gioielli etnici e souvenir indiani a go go. Da visitare l’Osservatorio Astronomico e il Palazzo dei Venti. Quest’ultimo mi ha colpita particolarmente: la facciata, in arenaria rosa, ha circa mille finestre che sono elegantemente lavorate a merletto e mi ha affascinata l’idea che servisse alle donne di corte per osservare la vita in strada senza però essere viste. Mi sono divertita a fare lo stesso… era un po’ come essere a teatro e godere di un particolare punto di osservazione.
Un consiglio: se decidete di fare questo tour e potete scegliere il periodo, sappiate che a marzo 2016 a Jaipur si svolge l’Holi Festival, il meraviglioso festival dei colori. Fate in modo che le vostre date coincidano!
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