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Questo articolo è stato aggiornato il Dicembre 28, 2021
La Wildlife Photography non è una semplice fotografia. Si parla di una tecnica sconosciuta dai più, complicata e lungamente studiata. Non si tratta di viaggiare su una jeep in compagnia di amici: infatti, gli amanti della Wildlife Photography devono essere in primo luogo degli studiosi. La fotografia bisogna costruirla nel tempo, studiare gli animali e le loro abitudini, appostarsi e spesso capita di stare molte ore in attesa per fare, alla fine, una sola foto. Esistono molti dei capanni di appostamento dove aspettare e a volte non è nemmeno scontato trovare degli animali. Bisogna pianificare in anticipo dove recarsi, cosa si intende fare e fotografare, analizzare bene gli orari di luce e di buio, assicurarsi di avere a portata di mano tutta l’attrezzatura necessaria, rispettare e capire l’ambiente circostante. È importante inoltre servirsi di tutte le autorizzazioni necessarie. Insomma, fare la Wildlife Photography è una sfida continua.
Wildlife Photography: i Parchi Naturalistici italiani
Una cosa che non è nota a tutti è che esistono molti posti in Italia dove è possibile effettuare delle fotografie naturalistiche. Infatti, in Italia esistono ben 25 parchi nazionali, divisi equamente per tutta la penisola. Montagna, Alpi, Appennini, aree umide delle lagune o zone limitrofe, in ogni luogo si possono scoprire forme di vita di ogni genere. I parchi nazionali sono aree naturalmente protette e riconosciute a livello nazionale. Solo nel 2018, 9 parchi nazionali italiani soni stati premiati con la Carta Europea per lo Sviluppo Sostenibile (CETS), una certificazione assegnata da Europarc, la più grande rete di aree protette in Europa.
1) Parco Nazionale del Gran Paradiso
Si parte dal Nord più estremo: il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Situato nelle Alpi Graie, con la vetta in Valle d’Aosta, il Gran Paradiso occupa i territori dei comuni di Valsavarenche e Cogne. La fauna ha il suo emblema principale nello stambecco, simbolo ormai ufficiale anche del sito del parco e diffuso in molti esemplari. Tra i mammiferi si ricorda che è possibile incontrare anche camosci, marmotte, lepri, volpi, tassi, ermellini, donnole, martore, faine.
All’interno del parco ci sono sentieri costruiti per le escursioni, che si estendono per oltre 500 km attraverso le cinque valli dell’area protetta. In tutte le valli sono presenti impianti sciistici immersi nella natura per la praticità di sport quali lo sci di fondo e lo sci di discesa. Il modo migliore per raggiungere questa meta è in auto da Torino: si percorre la SP460 della Valle Orco, svoltando per la Val Soana o proseguendo fino a Ceresole Reale.
Il Parco Nazionale Gran Paradiso è il primo parco nazionale ad essere stato istituito in Italia, con lo scopo di conservare per le generazioni presenti e future gli ecosistemi di rilievo internazionale e nazionale delle valli attorno al massiccio del Gran Paradiso. Le finalità dell’Ente sono quindi la gestione e la tutela dell’area protetta, il mantenimento della biodiversità di questo territorio e del suo paesaggio, la ricerca scientifica, l’educazione ambientale, lo sviluppo e la promozione di un turismo sostenibile.
Il primo parco ad essere stato istituito in Italia, è entrato nel 2014 nella Green list della IUCN, la lista verde dei parchi in contrapposizione con le liste rosse delle specie in estinzione.
2) Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Passando all’Appennino, il secondo parco nazionale che detiene un primato tra i migliori per la Wildlife Photography è senza ombra di dubbio il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Qui si possono ritrovare esemplari di orsi, lupi, camosci, cervi, caprioli e aquile. E’ possibile scaricare attraverso l’applicazione PDF Maps, la Carta Escursionistica del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise: per tutti i sentieri sarà possibile la navigazione online, la raccolta di dati e le mappe del parco insieme col livello di difficoltà.
Sono gli animali più famosi di tutto l’Appennino, simboli indiscussi di una natura selvaggia e incontaminata che il Parco custodisce e tutela. Incontrarli nei loro ambienti, a seguito di un appostamento o di un avvistamento fortuito, costituisce sempre una forte emozione che suscita ammirazione e meraviglia.
Per raggiungere questo parco, è possibile seguire l’autostrada A24/A25 Roma-L’Aquila-Pescara, uscendo a Celano o Pescina e proseguendo per Bisegna, oppure l’autostrada A1 Roma-Napoli, uscendo a Ferentino, proseguendo poi per Sora-Forca d’Acero attraversando così il versante laziale del Parco.
3) Parco regionale del Delta del Po
Per quanto riguarda la ricerca e lo studio di uccelli, bisogna recarsi nelle aree umide: qui, è giusto ricordare il Parco regionale del Delta del Po. Il Delta del Po rappresenta la più grande zona umida italiana e una fra le più ampie in Europa, riconosciuta nel 2015 dall’UNESCO Riserva di Biosfera del Programma MAB (Man and the Biosphere). Qui vi si possono incontrare esemplari di fenicotteri, aironi, anatre, uccelli che vivono in acqua. Si può raggiungere prendendo la A13 direzione Padova-Rovigo.
Un po’ per i suoi paesaggi sconfinati, un po’ per le sue storie e leggende questo territorio è stato spesso raccontato da grandi artisti con un po’ di mistero. Un territorio che si presenta lento e placido, ma che contiene tutta la forza del fiume e della natura rigogliosa e spontanea. Chi impara a conoscerlo se ne innamora e gli riserva un posto nel cuore, nell’anima.
4) Parco regionale della Maremma
Passando in Toscana, si trova il Parco regionale della Maremma, che è raggiungibile in auto, prendendo l’uscita Rispescia – Alberese – Parco Naturale della Maremma. Il parco è esteso per 18.000 ettari e si può visitare a piedi, in bicicletta o anche in canoa. Nasce nel 1975 e rappresenta il primo Parco Regionale istituito in Toscana. Esemplari come il cinghiale, il capriolo e il daino trovano il loro habitat naturale proprio all’interno di questa area protetta. È stata segnalata anche la presenza di carnivori quali il lupo, il gatto selvatico e la martora. Tra i mammiferi comuni si trova la volpe, il tasso, la faina, l’istrice e la lepre europea.
5) Sacro Monte di Crea, Castelletto Merli (Al)
Si è parlato di Parchi Nazionali e di aree molto vaste, di riconoscimenti ministeriali e di medaglie. Allo stesso tempo però è giusto ricordare che esistono anche dei piccoli paesi, poco estesi e poco abitati, che però godono di essere l’habitat naturale per molte specie di animali. È l’esempio di Castelletto Merli: di soli 500 abitanti, esso si trova in provincia di Alessandria. Come in tutto il Piemonte, qui ci sono molte riserve naturali ricche di fauna. In questo comune in particolare, è più nutrita e varia la schiera dei volatili. Cince, fringuelli, cardellini, picchi, sparvieri, ghiandaie sono i protagonisti indiscussi di questa area. Si arriva al parco percorrendo l’autostrada A21 con l’uscita ad Asti.
Il fotografo naturalista e l’etica comportamentale rispettosa dell’ambiente
Fotografare la fauna selvatica nel loro habitat naturale è una grande avventura per qualsiasi fotografo. Negli ultimi anni questo genere di fotografia è diventata molto più diffusa, grazie anche alla tecnologia digitale, che consente a tutti di realizzare immagini di ottima e alta qualità. È un viaggio importante non solo per gli amanti della fotografia, ma anche per tutti gli altri. Bisogna immedesimarsi negli animali, osservare i loro comportamenti, mettersi al loro livello per cercare di capire le loro abitudini, studiarli e rendersi conto che, nel mondo, non c’è solo l’uomo. Ci sono delle forme di vita che meritano tutto il rispetto e l’ammirazione. Il compito dell’essere umano deve essere quello di ampliare la mente, per abbracciare tutte le creature viventi, l’intera natura e la sua bellezza.
La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui vengono trattati i suoi animali.
Foto di Matteo Mambelli
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