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Questo articolo è stato aggiornato il Luglio 14, 2016
Va bene l’arte, Brunelleschi, Botticelli, il Rinascimento e poi Leonardo e Michelangelo. Firenze è questo, ma in questo post si parla di scienza. Una scienza coltivata, collezionata, sostenuta in primis dalla famiglia Medici, collezionisti compulsivi di cose belle e interessanti, poi portata avanti come un fiore all’occhiello dai Lorena e arrivata ai giorni nostri, con l’Università e altre istituzioni.
Così questo post è dedicato a chi a Firenze è già venuto e vuole vedere qualcosa di nuovo e inaspettato, ma anche a chi viaggia con i bambini e vuole creare un itinerario a loro misura.
Intanto bisogna dire che le collezioni scientifiche sono in gran parte curate dal Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, fatto di molte sezioni. Una delle più conosciute è la sezione di zoologia, detta anche La Specola. La sede è in via Romana, a due passi da Palazzo Pitti. Il museo è una vastissima raccolta di animali, si contano infatti milioni di reperti che sono stati raccolti nella lunga storia del Museo. Le varie specie sono presenti nelle vetrine, con riferimenti al loro modo di vivere: ci sono specie estinte, animali provenienti da paesi lontani, con un ricambio che dura ancora oggi – non pensate a qualcosa di statico e polveroso.
Una parte del museo riguarda poi le preziose figure anatomiche realizzate in cera sia da Gaetano Zumbo che da Clemente Susini: sono figure a grandezza naturale, smontabili, che illustrano con impressionante realismo l’anatomia umana: le cere della Specola sono la più grande collezione al mondo! Fa parte della collezione della Specola anche il Salone degli Scheletri, al piano terra, non sempre aperto, dove troverete, per esempio, una tigre di Tasmania e dove al soffitto sono appesi tre strabilianti scheletri di cetacei.
Ho recentemente visitato una sezione del Museo di Storia Naturale situata proprio dentro il più grande ospedale fiorentino, che si chiama Careggi e si trova fuori dal centro storico. Qui nel padiglione di Anatomia si trovano le sezioni di Anatomia e Anatomia Patologica. Per vederle ci vuole stomaco forte: i reperti sono solo in parte di cera. La maggior parte di ciò che vedrete ad Anatomia è vero: ci sono distese di teschi – quando la frenologia era di moda e si studiavano i crani per capire la personalità – ci sono preparazioni di organi del corpo, nervi, muscoli: niente di artificiale, tutto è vero! Non mancano naturalmente gli organi in formalina. E poi il tocco horror: ci sono i preparati di Girolamo Segato, un torvo personaggio di studioso che a fine Settecento inventò la tecnica della pietrificazione del corpo umano: pezzi di corpo divenuti duri come pietra, il cui metodo di preparazione è rimasto segreto ed è sceso con Segato nella tomba.
La sezione di Anatomia Patologica invece è ricca di modelli in cera che rappresentano varie patologie, soprattutto cutanee. I medici del tempo portavano questi modelli per parlare delle malattie che avevano affrontato (del resto non c’erano le slides!). La scuola ceroplastica è la stessa della Specola, che a Firenze era rinomata e qualificata. Nelle eleganti vetrine di questa sezione si trovano moltissimi vasi contenenti feti malformati conservati in formalina: anche qui nervi saldi! Le due sezioni di Anatomia e Anatomia Patologica si visitano solo su appuntamento.
Sempre dell’Università ma un po’ meno disturbante è la sezione di Geologia e Paleontologia che si trova in centro, in via La Pira (nei pressi dello splendido Orto Botanico). Questo è veramente il regno dei bambini innamorati della preistoria. In un percorso espositivo che illustra la storia della terra si trovano i reperti fossili di invertebrati, vertebrati e mammiferi vari, ma l’interesse va tutto ad alcune “star” : dai tapiri agli orsi ai mastodonti. L’ultima arrivata fra le star del museo è la balena fossile, integra, alla quale è stata dedicata un’intera sala che riproduce il fondo marino!
Ma parlando di scienza e di Firenze non possiamo dimenticarci di Galileo Galilei, che visse in questa città moltissimi anni – prima lavorando per il Granduca Cosimo II dei Medici e poi costretto praticamente “agli arresti domiciliari” dal Sant’Uffizio. Molto interessante è la casa dove Galileo visse i suoi ultimi anni e morì: si chiama Villa Il Gioiello ed è in una splendida posizione collinare nella zona di Arcetri, cioè vicina all’Osservatorio Astronomico. La villa è vuota degli arredi, ma la stanza dove Galileo ormai cieco incontrava i suoi discepoli e dettava i suoi libri è ancora lì e ci emoziona. Visto che si visita la villa solo in gruppi guidati, è facile coglierne il fascino. La villa confinava con il giardino del convento nel quale vivevano come suore di clausura le due figlie dello scienziato, la cui era prediletta Suor Maria Celeste.
Dedicato all’astronomo è il Museo Galileo di piazza dei Giudici (siamo in riva all’Arno, dietro agli Uffizi). Qui la scienza la si vive e sperimenta, il museo è molto multimediale e con applicazioni pratiche. Tutti gli strumenti esposti risalgono al collezionismo mediceo e lorenese, e si ammirano qui anche i cannocchiali originali di Galileo, i suoi scritti. La raccolta delle varie meraviglie scientifiche soprattutto si contano strumenti matematici, fu iniziata da Cosimo I e costituisce il nucleo più antico delle collezioni oggi conservate al Museo.
Spesso il Museo organizza mostre su temi diversi, in corso quella dedicata agli effetti dell’alluvione del 1966 su questa istituzione – non è infatti gestito dall’Università – che fu totalmente devastata.
Per quanto riguarda i prezzi, biglietti veramente alla portata di tutti: 6 euro per i musei di Storia Naturale, 10 euro il Museo Galileo, riduzioni per ragazzi.
Foto: Museo di Storia Naturale; Museo Galileo; Nesite.
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