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Questo articolo è stato aggiornato il Giugno 28, 2018
Una delle cose più belle che ho fatto in Thailandia e che ricorderò per sempre è stata l’escursione all’Elephant Jungle Sanctuary poco distante dal centro di Chiang Mai.
Prima di partire per il mio ultimo viaggio in Thailandia questa rientrava tra le cose fondamentali da fare e quindi mi sono informata bene su quale associazione fare affidamento.
Elephant Jungle Sanctuary: cosa aspettarsi
L’Elephant Jungle Sanctuary rientra tra le migliori e tra le poche strutture che non permettono ai turisti di cavalcare l’elefante, assieme all’Elephant Nature Park, molto rinomata anch’essa.
Perché non si devono cavalcare gli elefanti in Thailandia?
Prima di tutto, l’elefante è un animale selvatico, e come tutti gli animali selvatici dovrebbe poter vivere nel suo ambiente naturale senza il condizionamento dell’essere umano.
Imporgli invece una vita di lavoro al servizio dell’uomo significa addomesticarlo, un termine cui siamo forse abituati, ma che nella realtà indica una serie di azioni molto violente volte a piegare lo spirito di un essere vivente fino a renderlo docile.
L’elefante viene utilizzato per le escursioni nella giungla o per piccoli spettacoli da circo, al solo scopo di divertire i turisti.
Così sorgono nuovi problemi: anche se ci appaiono come animali così imponenti, il dorso di un elefante può reggere un massimo di 100-150 kg a seconda della stazza, in 2 persone su una portantina di legno si è già oltre questo limite.
Bisogna sapere poi che un elefante per restare in salute, a causa della sua conformazione fisica, ha bisogno di mangiare moltissimo e di continuo (circa 250kg al giorno), cosa impossibile nei campi che li fanno lavorare fino ad 8-9 ore ogni giorno.
Inutile sottolineare, inoltre, che come qualsiasi animale utilizzato da un circo, un elefante che di fronte ai turisti metta in scena uno spettacolo in cui dipinge e gioca a pallone è stato ovviamente sottoposto ad “addestramenti” che comprendono punizioni corporali.
In tutto questo, in realtà non sono da biasimare (o non soltanto) i thailandesi e le popolazioni asiatiche in generale. Gli elefanti sono animali molto costosi da mantenere, e nel momento in cui è stato vietato il loro utilizzo per lavori pesanti come il trasporto di legname si è posto il problema di come sopravvivere.
Non biasimo nemmeno i primi turisti che qualche decina d’anni fa hanno iniziato ad approfittare di questa esperienza insolita ed apparentemente divertente, come cavalcare un elefante. Molte delle informazioni sulla salute e sul benessere degli animali probabilmente non erano note a chi possedeva un elefante né ai turisti occidentali.
Oggi però abbiamo tutte le informazioni che ci permettono di valutare bene le scelte che andremo a fare. Quindi, ancor prima di partire per il mio viaggio, avevo deciso di escludere a priori tutte le strutture che permettessero questa cosa.
Un contatto più puro con l’elefante
L’associazione alla quale mi sono rivolta fa si che il turista entri in contatto con l’animale in altri modi, dandogli da mangiare, facendogli il bagno e nuotando persino con lui nel fiume.
Viene definito “Santuario degli elefanti” perché vi sono esemplari piuttosto vecchi o mamme con cuccioli, quindi esemplari più bisognosi di cure.
Ho trovato l’organizzazione dell’escursione eccellente, i ragazzi del Santuario sono venuti a prendermi con una jeep di prima mattina e mi hanno riportata in albergo in serata.
La Spa del fango
Non appena arrivata al campo con il resto del gruppo mi sono cambiata, mi hanno fatto indossare una tunica sopra il costume e poi mi hanno presentato i vari esemplari affinché entrassimo subito in sintonia con loro; gli abbiamo dato da mangiare e poi li abbiamo portati alla “Mud Spa”, letteralmente “Spa del fango”, abbiamo lavato gli animali e portati successivamente al fiume per poi nuotarci assieme.
Al fiume siamo entrati tutti insieme in acqua, un’esperienza davvero unica che tutti dovrebbero provare durante il loro viaggio in Thailandia!
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