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Questo articolo è stato aggiornato il Giugno 10, 2014
Parlando con mia mamma della città di Chioggia è venuta fuori la leggenda del così detto “el gato de Ciòsa”, ma non diciamolo troppo a voce alta che i chioggiotti sono soliti offendersi. In piazza Vigo, infatti, c’è una colonnina alla cui sommità è stato posto un leone marciano, ma dal momento che è davvero piccolino rispetto a quelli che siamo abituati a vedere a Venezia, viene chiamato, appunto, “il gatto di Chioggia”. Cercando un po’ di informazioni riguardo l’origine di questo appellativo mi sono imbattuta in diverse versioni, com’è ovvio i chioggiotti dicono una cosa ed i veneziani ne dicono un’altra.
Un gatto leone
Si dice che i Chioggiotti commissionarono la scultura del leone marciano ad uno scultore non proprio all’altezza dell’incarico per poter spendere il meno possibile. Una volta ultimato il leone, i cittadini non ne furono granchè contenti – evidentemente non era bellissimo – e chiesero allo scultore di migliorarlo. Lo scultore scalpellò ancora, e diverse volte, tanto che arrivò a ridurne notevolmente le dimensioni e le sembianze del felino si avvicinavano più a quelle di un gatto piuttosto che a quelle del leone di San Marco.
La rivalità con Venezia
La rivalità tra Chioggia e Venezia c’è sempre stata. I veneziani, vista la loro potenza economica rispetto alla così chiamata “piccola venezia”, si beffeggiavano dei chioggiotti per essere i “campagnoli” di turno, e uno degli scherni che erano soliti fare era arrivare con i pescherecci fino in riva, lasciare le lische di pesce ai piedi della colonnina in piazza Vigo con il piccolo leone – considerato appunto un gatto rispetto a quello veneziano – e scappare via a gambe levate con i chioggiotti arrabbiati alle calcagna.
Una presa in giro
I Chioggiotti la pensano diversamente. Ogni città sotto il dominio della Serenissima doveva avere il leone marciano in bella vista, i chioggiotti sostengono che “el gato de Ciòsa” sia stato costruito apposta così piccolo per prendersi gioco dell’autorità veneziana, che imponeva la sua sovranità e di conseguenza le sue regole.
Una leggenda vera e propria
Altra versione ancora è quella che racconta di un gatto veneziano stanco di essere rincorso e disturbato dai leoni marciani, tanto che fuggì fino a Chioggia e per scappare dalle loro zampate e si rifugiò nell’unico posto in cui i leoni, nemmeno utilizzando le ali, sarebbero arrivati: i cima alla colonna di piazza Vigo. I leoni, non riuscendo ad agguantarlo, decisero di aspettare che il gatto scendesse, ai piedi del ponte Vigo, ma aspettarono talmente a lungo che si trasformarono in pietra e persero le ali.
La leggenda storica
Quest’ultima versione è un po’ più storica e forse anche più vicina al vero. Quando la Serenissima cadde sotto il dominio napoleonico, in tutti i territori conquistati da Venezia furono scalpellati i leoni marciani che ne dimostravano la sovranità. Inizialmente esisteva un grande leone marciano – questo spiegherebbe la grandezza del piedistallo – che fu sostituito dai francesi con l’albero della libertà, sotto l’impero austroungarico, invece, fu posto in cima alla colonnina l’attuale “gato de Ciòsa”, anche se non si è riusciti a stabilire il periodo esatto della sua collocazione ed il motivo per il quale esso sia così piccolo.
I misteri della storia, voi a qualche credete?
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