Questo articolo è stato aggiornato il Febbraio 23, 2016
Padova è famosa per essere la “città del Santo senza nome, del prato senza erba e del caffè senza porte“. Il primo è la basilica di S.Antonio comunemente detta Il Santo, la seconda è Prato della Valle, che è una piazza molto grande e l’ultimo è il Caffè Pedrocchi, che in origine era aperto in qualsiasi momento del giorno, tanto da non avere neppure le porte.
Il Caffè Pedrocchi, non solo è uno dei caffè storici d’Italia, ma è una vera e propria istituzione della città. Molto grande ed elegante è composto da 3 sale, una rossa una bianca e una verde in onore del tricolore, riconoscibili dal colore delle pareti e del tovagliato dei tavolini. Oggigiorno le porte ovviamente le ha, ma le sue tradizioni non sono cambiate, e una di queste tradizioni vuole proprio che la sala Verde sia una sala dove si possa entrare e sedersi ai tavolini liberamente a leggere i giornali messi a disposizione, per tutto il tempo che si desidera senza che nessun cameriere venga a chiedere di ordinare una consumazione.
Questa vecchia nobile usanza è ancora tenuta viva da molte persone, che d’estate si mettono al riparo dalla calura, o al contrario d’inverno fanno una piccola pausa per approfittare dell’ambiente caldo, magari dopo aver consumato un ottimo caffè in piedi al bancone alla equa cifra di 1€.
Padova è una città deliziosa, spesso, secondo me, sottovalutata. E’ invece, ricca di scorci pittoreschi e di piccoli tesori di cui noi Italiani dovremmo essere fieri. Il Caffè Pedrocchi è uno di questi, situato nel pieno centro della città, precisamente in via VIII febbraio n° 15.
Noto in passato come il “Caffè senza porte“, perché fino al 1916 era aperto notte e giorno, è stato un fondamentale punto di ritrovo per intellettuali, accademici e politici che si trovavano in città. Era, dunque, uno dei caffè letterari più famosi d’Italia, frequentato da personalità del calibro di Stendhal. Io, personalmente, essendo appassionata di letteratura, ho un debole per questi caffè. Mi sembra, in qualche modo, di fare un viaggio nel tempo.
Il caffè nasce nel 1831 grazie a Antonio Pedrocchi, il quale aveva ereditato dal padre una bottega del caffè che ebbe molto successo in quanto si trovava in un punto strategico della città: la bottega era, infatti, situata in pieno centro storico, a due passi dall’Università, dal Municipio, dagli uffici ecc. Il suo obiettivo era quello di trasformare la bottega in un caffè elegante e neoclassico, che diventasse un punto di ritrovo e sede di convegni e spettacoli. Possiamo dire che centrò a pieno il suo obiettivo, grazie all’architetto veneziano Giuseppe Jappelli, in quanto il Caffè Pedrocchi è, ancora oggi, un’istituzione della città di Padova.
Il piano terra del caffè è composto da tre sale principali, dedicate al tricolore. La sala centrale (e più grande) è la Sala Rossa, poi ci sono la Sala Verde, generalmente dedicata a chi voleva leggere il quotidiano senza aver l’obbligo di consumare (tradizione ancora in uso oggi), e infine la Sala Bianca, famosa perché fu scelta da Stendhal come ambientazione per il romanzo “La certosa di Parma” . Il piano terra è completato dalla Sala Ottagona, originariamente dedicata alle contrattazioni commerciali. Il primo piano presenta, invece, ben dieci sale, ciascuna decorata con uno stile diverso, come, ad esempio, etrusca, romana, greca ecc.
Dopo un periodo di declino durante le due guerre mondiali e diversi problemi di gestione negli anni seguenti, oggi il Caffè Pedrocchi è tornato a rivivere e a ospitare cittadini e turisti. Credo che sia una tappa obbligatoria per tutti coloro che si trovano in città!
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