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Questo articolo è stato aggiornato il Febbraio 8, 2018
Vi ricordate Ladyhawke? Film del 1985 con Michelle Pfeiffer. Ebbene, la pellicola è stata girata proprio in Abruzzo, al Castello di Rocca Calascio.
Alcune voci dicono che dentro e fuori dalle mura del castello siano state girate anche alcune scene de Il Nome della Rosa.
Ma non è l’unica fortezza ad attirare turisti e professionisti nei suggestivi paesaggi della regione del centro Italia.
Seguitemi in questo viaggio nei 5 castelli più belli e visitati d’Abruzzo. Partiremo dalla provincia de L’Aquila, capoluogo di regione, per poi spostarci in provincia di Chieti.
1. Rocca Calascio: uno dei luoghi più suggestivi d’Abruzzo
Situato nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, questo castello rappresenta uno dei luoghi più suggestivi d’Abruzzo. Lo conferma la National Geographic che ha inserito Rocca Calascio tra i quindici castelli più belli al mondo.
Qui sono state girate scene di altri film come Il viaggio della sposa, film del 1997 di Sergio Rubini e The American, con George Clooney.
Il castello, che domina la valle del Tirino e l’altopiano di Navelli, è situato su un crinale a 1.460 metri d’altezza, a poca distanza dalla piana di Campo Imperatore. Nell’antichità veniva utilizzato come punto d’osservazione militare data la sua posizione molto favorevole.
La rocca risale al 1140, periodo della conquista normanna in Italia. Nel 1703 venne devastata da un violento terremoto in seguito al quale l’area dell’antico borgo venne abbandonata e la popolazione si trasferì nel vicino paese di Calascio.
È proprio da Calascio che si arriva al castello, percorrendo le sue suggestive stradine. Ai bordi delle strade piccoli ristorantini accolgono i “pellegrini”, che si fermano a gustare piatti tipici abruzzesi.
Sul sentiero che porta al castello incontrerete la Chiesa di Santa Maria della Pietà, un tempietto a pianta ottagonale eretto nel 1596 e oggi meta di molti fedeli.
Arrivati ai piedi del castello, potrete ammirare il vasto paesaggio che si divide tra l’Altopiano di Campo Imperatore e il massiccio della Majella.
2. Castello Piccolomini di Capestrano: un simbolo dell’Abruzzo
Il Castello sorge al centro del paese, in provincia de L’Aquila. L’edificio fu costruito sui resti di una fortificazione medievale.
Dominato prima dalla famiglia Piccolomini e poi dai Medici, oggi conserva lo stemma della prima, che mantenne il suo dominio tra il XV e il XVI secolo.
La planimetria della struttura è di forma trapezoidale con tre torri agli angoli. Nel cortile, oltre ad un pozzo del ‘400, si scoprono delle scale che portano non solo ai piani superiori, ma consentono una vista mozzafiato sulla vallata circostante.
Nell’atrio del castello vi accoglie una riproduzione del Guerriero di Capestrano. Questa scultura è uno dei simboli dell’Abruzzo, rinvenuta nel 1934 da un contadino del luogo mentre dissodava il terreno della sua campagna. Il guerriero, scolpito su un blocco unico di pietra calcarea, rappresenta il popolo dei Piceni.
Accanto a lui venne rinvenuta la “dama di Capestrano”, un busto in pietra raffigurante la moglie o la figlia del guerriero. Particolari sono le dimensioni della scultura: 2,10 metri di altezza e 135 cm di larghezza. Alle spalle della riproduzione del guerriero, rimanendo in tema, trovate un museo militare dedicato alle guerre mondiali.
3. Castello Ducale De Riseis-D’Aragona a Crecchio
Situato all’ingresso del borgo medievale di Crecchio, il castello domina la strada sottostante e accoglie i visitatori con la sua maestosità. La sua struttura è a pianta quadrangolare e circondata da quattro torri agli angoli.
Oggi nel castello di Crecchio è possibile visitare il Museo Archeologico dell’Abruzzo Bizantino e Altomedievale, un punto di riferimento per ricostruire la storia dei bizantini in Abruzzo.
4. Castello Aragonese a Ortona
Il Castello si sviluppa ai margini del centro abitato di Ortona in provincia di Chieti, in una posizione suggestiva a strapiombo sul mare: da qui domina tutta la cittadina.
La costruzione, realizzata su edificazioni di origini medievali, risale al 1400 ed è legata alla dominazione aragonese sul territorio abruzzese.
Aveva originariamente pianta di forma trapezoidale e quattro torri cilindriche angolari. A causa della frana del 1946, il muro di cortina nella parte del castello che guarda il mare è scomparso.
Dal Castello lo sguardo percorre un lungo tratto di Costa dei Trabocchi, dove i trabocchi sono le antiche macchine da pesca, oggi per lo più utilizzate come ristoranti sul mare.
Oggi il Castello Aragonese è divenuto luogo di cultura per la cittadina, in quanto ospita mostre, concerti ed eventi culturali di ogni tipo, soprattutto nel periodo estivo.
5. Castello di Roccascalegna: storia e leggende d’Abruzzo
Sorge su uno sperone roccioso e da qui domina il borgo medievale sottostante e la vallata del Sangro. Secondo la storia furono i Longobardi nel 600 d.C. a volere la costruzione di Roccascalegna, durante l’occupazione dell’Abruzzo e del Molise. Così vennero costruiti la Torre di avvistamento e il castello a difesa dalle invasioni bizantine.
Oltre che per l’interesse storico e naturalistico, il Castello di Roccascalegna attira l’attenzione anche grazie a una leggenda che aleggia dentro le sue mura.
Si racconta che nel 1646 il Barone Corvo De Corvis ripristinò lo “Jus Primae Noctis”, una legge risalente al Medioevo secondo la quale ogni novella sposa del Feudo era costretta a passare con lui la prima notte di nozze. Questa usanza andò avanti fino a che un marito particolarmente geloso si presentò alla camera del barone travestendosi da sposa e lo pugnalò a morte nel suo letto.
Oggi si narra che il Barone, prima di morire, abbia appoggiato una mano insanguinata sulla torre d’ingresso, lasciando la sua impronta. Quella impronta pare sia rimasta nonostante i tentativi di lavarla via.
Fatevi suggestionare solo dalla bellezza del castello e venite a visitarlo, oggi è sede di manifestazioni culturali e mostre molto interessanti ed è aperto a visite guidate.
Questa è la mia personalissima lista dei 5 castelli che dovete assolutamente vedere in Abruzzo. Ce ne sono molti altri ma l’importante è iniziare.
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