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Questo articolo è stato aggiornato il Dicembre 4, 2019
La Via degli Dei ormai è un percorso trekking molto conosciuto e popolare. Anche io l’ho fatto nei giorni intorno al 25 aprile e voglio raccontarvelo perché anche voi potete farcela.
La via degli Dei: come funziona
Il percorso unisce Bologna con Firenze, attraversando l’Appennino. La scelta del periodo in cui affrontarlo è fondamentale: la primavera è sicuramente consigliabile, anche l’autunno deve essere bellissimo per luci e colori. Non credo che la piena estate sia raccomandabile, perché molti tratti sono in campagna e non elevati, sicuramente molto caldi. A ogni modo la via degli Dei è un modo slow, piacevole, anche low cost di scoprire territori nel mio caso vicini a casa, ma comunque insospettabili.
L’intera tratta di circa 120 chilometri si percorre in 4/5/6 giorni, dipende dall’allenamento, dalla “voracità” con la quale consumare le tappe o piuttosto dalla voglia di godersi il paesaggio e il cammino.
La direzione del cammino più amata è Bologna-Firenze ma ovviamente potete fare anche l’opposto. Per quanto mi riguarda i giorni impiegati sono stati 5, con tappe sui 20/25 chilometri al giorno. Munita di zaino con cambio di abiti, acqua, cibo, secondo paio di scarponi e tutti i pernottamenti in strutture presenti sul percorso. Le strutture ricettive sono su tutto il percorso, ma la versione più low cost prevede il pernottamento in tenda.
Cosa aspettarsi
Prima di scendere nei dettagli vi elenco le cose che più mi sono piaciute: il ritmo lento (lo stesso tratto in treno: 35 minuti!) i paesaggi insospettati, i boschi solitari, le vallate verdissime (ora in primavera) e piene di alberi fioriti, la calda ospitalità della gente e l’affabilità verso i camminatori.
Quello che mi ha un po’ deluso è la presenza di numerosi tratti di asfalto: e se è vero che mai si cammina su strade trafficate, sempre di asfalto si tratta, che stanca molto il viandante.
Quella che vi racconto è la modalità con cui abbiamo strutturato il percorso, secondo le nostre tappe, che però possono essere modificate. Partenza da Bologna, Piazza Maggiore, dove subito si individuano i camminatori che si aggirano in scarponi e zaino fra bolognesi e turisti.
Giorno 1. Partenza da San Luca
Per prima cosa si esce dalla città dirigendosi verso il Santuario della Beata Vergine di San Luca, seguendo il bellissimo percorso coperto che porta in pellegrinaggio (oggi più che altro serve per lo sport/le passeggiate degli abitanti di Bologna). Arrivati lassù si scende per la via dei Bregoli, un antico percorso che collegava il santuario con la valle del Reno e che porta verso un parco cittadino molto bello, Parco Talon. Da qui si inizia a costeggiare il fiume Reno, con paesaggi inaspettati, visto che siamo a due passi da Bologna centro.
Il cammino porta verso Sasso Marconi, ma si incontrano oasi naturalistiche e centri di documentazione. Si passa poi vicino a Sasso Marconi, senza entrarci, e ci si dirige verso i Prati di Mugnano. La zona è bellissima, siamo sui colli bolognesi, dolci, verdi, così diversi dai colli toscani. Ci si avvicina quindi a Badolo. Qui ho fatto il primo pernottamento in un B&B circondato da un bellissimo giardino, ricco di albero e piante: si chiama Nova Arbora e offre un’impeccabile ospitalità, in una colonica ristrutturata con gusto. La signora Donatella ci ha portato con la sua auto fino al ristorante, la sera, che si trova a Badolo: dopo una giornata di cammino anche due chilometri per andare al ristorante sono troppi! Nova Arbora è stato un bel luogo dove sostare.
Giorno 2. Il Monte Adone
Il secondo giorno, che purtroppo è stato interamente sotto la pioggia, è quello che ricordo con più tratti di asfalto. Si attraversa la Riserva Naturale del Contrafforte Pliocenico, un’area geologicamente interessante, che comprende l’ascesa al Monte Adone (ecco il primo dio, di cui il nome). È un luogo panoramicissimo, con baratri e gole molto suggestive, da godersi però con altre condizioni meteorologiche.
Scendendo a Brento si trova anche un bel ristorantino, la Vecchia trattoria Monte Adone. La tappa successiva conduce, su asfalto, a Monzuno: qui è d’obbligo fermarsi al Bar Posta, dove gli escursionisti sono i benvenuti. Internet libero per tutti, una sterminata collezione di tazzine di caffè lungo le pareti e foto di gruppo finale con il gestore, che poi vi metterà sulla sua pagina Facebook! Nei pressi di Monzuno, dopo aver attraversato un suggestivo bosco di castagni, abbiamo pernottato all’Agriturismo Sasso Rosso. Qui l’ospitalità è spartana ma la qualità della cena ottima! Infatti visto l’isolamento della casa è consigliabile la formula pernottamento con cena e colazione.
Giorno 3. Madonna dei Fornelli
Il terzo giorno ci ha visti attraversare il confine e tornare in Toscana. Ma prima abbiamo fatto un bellissimo tratto di strada per raggiungere la Madonna dei Fornelli, un paese vicino a Monghidoro. Tutto il percorso fino a Madonna dei Fornelli è una meravigliosa campagna, poco abitata e rilassante: alla nostra destra le cime più alte e ancora innevate degli Appennini. Dopo Madonna si sale e si cominciano a vedere i tracciati dell’antica strada romana Flaminia Militare.
Questa è una delle bellezze del percorso, perché camminare su un tracciato antico di secoli e secoli (187 a.C.) è emozionante. Il selciato romano ci accompagna per un po’ attraverso un bosco di castagni. Ma anche qui la campagna è da applauso, con pascoli e vallette da sogno. Intanto che ci si avvicina sempre più alle conifere, con un bosco che lentamente porta fino al Passo della Futa, siamo ormai in Toscana. La vista spazia già verso la vallata del Mugello con il Lago di Bilancino sullo sfondo. Al passo della Futa si trova il Cimitero di Guerra tedesco, aperto a tutti gratuitamente. Un monumentale ricordo di tutti i caduti tedeschi della Seconda Guerra Mondiale, proprio qui dove passava la Linea Gotica. Visitatelo, lo scopo della sua costituzione nel dopoguerra fu soprattutto di monito contro altre guerre e altre morti.
Al Passo della Futa c’è un grande campeggio, un altro si trova poco sotto, a Monte di Fo: ho pernottato lì, Camping Il Sergente, che offre sia bungalow che appartamenti. Si può anche cenare al ristorante del campeggio.
Giorno 4. Monte Gazzarro
Nel quarto giorno si deve passare dal Monte Gazzarro che presenta anche i tratti più difficoltosi e con corda di tutto il percorso, anche se in mezzo a un bel bosco. Si cammina sempre in quota lungo il crinale, uno dei luoghi che si attraversano è il Passo dell’Osteria Bruciata, accompagnato da una macabra leggenda. Da quel punto le indicazioni portano a Sant’Agata, un bel paese mugellano con una stupenda pieve romanica; ma si può anche passare oltre e andare direttamente a San Piero a Sieve, passando da Gabbiano, in mezzo a una splendida campagna, questa volta toscana al 100%.
A San Piero il pernottamento lo consiglio nel B&B Intorno Firenze che si trova nella piazza più centrale del paese. L’appartamento permette il self catering, oppure si può mangiare in paese. Rita è una ospite eccezionalmente premurosa.
Giorno 5. Verso Fiesole
Il quinto giorno porta verso Fiesole, con un tappone lungo e impegnativo ma che attraversa luoghi importanti storicamente e artisticamente: in Mugello il Castello del Trebbio, dimora dei primi membri della famiglia Medici e poi la Badia del Buonsollazzo, e poi verso Firenze la salita al monte che ospita il Convento di Monte Senario. Da lì verso Vetta alle Croci, e poi si attraversano i bellissimi prati dell’Olmo. Da Poggio Pratone ci si avvicina lentamente a Fiesole, la cittadina di origine etrusca che fu fondata ben prima di Firenze attraverso Monte Fanna.
Dove mangiare
Quando si arriva a Fiesole le possibilità di ristoro sono molte, in piazza Mino ci sono bar e ristoranti. Da qui si può raggiungere il centro di Firenze con l’autobus nr. 7 che ha il capolinea proprio in piazza Mino, oppure fare ancora un bel pezzo a piedi, ma in discesa, verso Firenze.
Tutte le tappe, i dislivelli, l’ospitalità sulla Via sono descritte nel sito www.viadeglidei.it
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